Se siamo schiavi del desiderio è perché lo consideriamo fonte di felicità. Considerandolo invece da una diversa angolazione, il suo potere scemerà e si avrà un’inversione di tendenza in direzione della rinuncia.
Lo strumento che modifica l’angolazione è chiamato saggia riflessione (Yoniso Manasikāra). Osservare il dukkha implicito nel desiderio è uno dei modi per rivolgere la mente alla rinuncia.
Passare dal desiderio alla rinuncia non equivale a passare dalla felicità all’affanno, dall’abbondanza alla privazione.
Significa invece trasferirsi da una forma di piacere più grossolano, più invischiante, a una forma di felicità e pace più elevata;da una condizione di dipendenza alla padronanza di Sé.
(Bhikkhu Bodhi, Il Nobile Ottuplice Sentiero)

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L’albero dell’Illuminazione
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