Pema Chödrön è una monaca esponente di spicco di insegnamenti sulla meditazione e su come come si applicano alla vita quotidiana.
E’ nota per il suo rimanere con i piedi per terra nell’interpretazione del buddismo tibetano rivolto al pubblico occidentale.Ane Pema Chodron (Deirdre Blomfield-Brown) è nata a New York nel 1936 ed ha esercitato per molti anni la professione di insegnante. Negli anni ’70 si è avvicinata al buddhismo tibetano ed è stata ordinata monaca a Londra da sua Santità il XVI Karmapa. Ha studiato col maestro Chogyam Trungpa; qualche anno dopo la sua morte è stata nominata direttore del monastero di Gampo Abbey in Canada, primo monastero per studenti occidentali.
E’ nota per il suo rimanere con i piedi per terra nell’interpretazione del buddismo tibetano rivolto al pubblico occidentale.Ane Pema Chodron (Deirdre Blomfield-Brown) è nata a New York nel 1936 ed ha esercitato per molti anni la professione di insegnante. Negli anni ’70 si è avvicinata al buddhismo tibetano ed è stata ordinata monaca a Londra da sua Santità il XVI Karmapa. Ha studiato col maestro Chogyam Trungpa; qualche anno dopo la sua morte è stata nominata direttore del monastero di Gampo Abbey in Canada, primo monastero per studenti occidentali.
Pema chodron è autrice di numerosi libri e offre insegnamenti anche in televisione. Pema è il maestro residente a Gampo Abbey, Cape Breton, Nuova Scozia, il primo monastero tibetano per gli occidentali.
Amato maestro buddista, autore, monaca, Pema Chodron ha ispirato milioni di persone da tutto il mondo che sono stati toccati dal suo esempio e il messaggio sul praticare la pace in questi tempi turbolenti. La Fondazione Pema Chodron è dedicata alla conservazione e la condivisione di ispirazione e insegnamenti di Pema in modo che tutti possano risvegliare saggezza e compassione in se stessi e nel il mondo che ci circonda.
Alcuni estratti dal libro: Se il mondo ti crolla addosso – Pema Chodron – Universale economica Feltrinelli
ESTRATTI DAL LIBRO: SE IL MONDO TI CROLLA ADDOSSO
1. A tu per tu con la paura
Posizione 73
Nel corso di un lungo ritiro, ebbi una rivelazione che mi parve sconvolgente: non possiamo essere nel presente e nello stesso tempo scorrere la trama della nostra vita! Lo so, è ovvio, ma una scoperta del genere, quando la facciamo da soli, ci cambia. L’impermanenza diventa qualcosa di vivido nel momento presente, e la stessa cosa succede con la compassione, la meraviglia, il coraggio. E la paura. Perché chiunque si trovi sul ciglio dell’ignoto, completamente nel presente senza un punto di riferimento, prova la sensazione che gli manchi la terra sotto i piedi. È allora che la nostra comprensione si fa più profonda, quando noi scopriamo che il momento presente è un luogo piuttosto vulnerabile e che ciò può essere contemporaneamente terribile e dolcissimo. Quando iniziamo la nostra esplorazione, abbiamo ogni tipo di ideali e di speranze. Cerchiamo risposte che soddisfino una fame atavica. L’ultima cosa che vogliamo, però, è incontrare di nuovo l’uomo nero. Certo, la gente cerca di avvertirci. Ricordo la prima volta in cui praticai la meditazione; la donna che mi spiegò la tecnica e mi diede le istruzioni mi disse: “Per favore, non uscire di qui pensando che meditare significhi allontanarsi dalle preoccupazioni”. In qualche modo, tutti gli avvertimenti del mondo non ci convincono. Eppure ci portano più vicino.
Posizione 86
Le scoperte fatte attraverso l’esercizio non hanno nulla a che vedere con il credere in qualcosa, ma piuttosto con il coraggio di morire, il coraggio di morire in continuazione. Le istruzioni sulla consapevolezza o sul vuoto o sul lavorare con l’energia puntano tutte alla stessa cosa: essere esattamente sul posto ci inchioda nel punto del tempo e dello spazio in cui siamo. Quando ci fermiamo lì e non reagiamo, non reprimiamo, non diamo la colpa a qualcun altro, neppure a noi stessi, troviamo una domanda a finale aperto che non ha risposta concettuale .
Posizione 106
Nessuno ci dice mai di smettere di fuggire dalla paura. Di rado ci dicono di avvicinarci, di essere lì, semplicemente, di familiarizzare con la paura. Chiesi una volta al maestro zen Kobun Chino Roshi come si comportasse con la paura, e lui rispose : “La accetto, la accetto”. Invece il consiglio che di solito ci viene dato è quello di addolcire la cosa, minimizzarla, prendere una pillola o pensare ad altro, insomma di farla andare via, in qualunque modo. Non abbiamo bisogno di un consiglio del genere, perché prendere le distanze dalla paura è quel che facciamo naturalmente.
Posizione 112
La cosa più straziante di tutte è come ci inganniamo sul momento presente. Talvolta, tuttavia, ci troviamo con le spalle al muro: tutto quanto va in pezzi, e non abbiamo più vie di fuga. In momenti del genere, le verità spirituali più profonde sembrano piuttosto semplici e ordinarie. Non c’è un posto in cui nascondersi. Lo vediamo come gli altri –meglio degli altri. Prima o poi comprendiamo che anche se questo non ci fa sembrare bella la paura, tuttavia fa riemergere tutti gli insegnamenti che possiamo aver ascoltato o letto. Quindi, la prossima volta che incontrerete la paura, consideratevi fortunati. È qui che entra in gioco il coraggio. Di solito pensiamo che i coraggiosi non hanno paura. La verità è che conoscono la paura molto bene. I primi tempi del mio matrimonio mio marito diceva che ero una delle persone più coraggiose che conoscesse. Quando gli chiesi il perché, mi rispose che ero una codarda patentata, ma che andavo comunque avanti a fare le cose. Il trucco sta nel continuare a esplorare e nel non chiamarsi fuori, anche se scopriamo che nulla è quel che pensavamo. Questa è una scoperta che facciamo una volta, e poi un’altra, e poi un’altra ancora. Nulla è quel che pensavamo. Posso dirlo in tutta sicurezza. Il vuoto non è ciò che pensavamo. Neppure la consapevolezza o la paura. La compassione –non è quel che pensavamo. L’amore. La natura del Buddha. Il coraggio. Queste sono parole in codice per cose che non conosciamo nella nostra mente, ma di cui tutti noi potremmo fare esperienza. Sono parole che indicano cos’è realmente la vita quando lasciamo che le cose cadano a pezzi e restiamo inchiodati al momento presente.
2. Se il mondo ci crolla addosso
Posizione 125
Se il mondo ci crolla addosso e siamo sull’orlo di non si sa cosa, la prova che ciascuno di noi deve affrontare consiste nel restare su quell’orlo senza precipitare nel baratro. Il viaggio spirituale non riguarda il paradiso e il raggiungimento finale di un posto meraviglioso.
Posizione 160
Le cose che vanno in pezzi sono una specie di prova e anche una specie di guarigione. Noi pensiamo che il punto sia superare la prova o superare il problema, ma la verità è che le cose non si risolvono per davvero . Si riuniscono e poi cadono a pezzi. Poi si riuniscono nuovamente e nuovamente cadono a pezzi. Funziona così . La guarigione arriva quando si lascia lo spazio perché tutto ciò accada: spazio per il dolore, il sollievo, la sofferenza, la gioia. Quando pensiamo che qualcosa ci farà felici , in realtà non sappiamo cosa succederà. Lo stesso capita quando pensiamo che qualcosa ci farà soffrire
3. Questo momento esatto è il maestro perfetto
Posizione 202
Questo momento esatto è il maestro perfetto Il nostro avversario può essere un barboncino o un cane da guardia infuriato, ma la domanda interessante è: che cosa succederà dopo? Parlando in generale, noi consideriamo il malessere, in tutte le sue forme, come una brutta notizia. Ma per chi pratica o per i guerrieri spirituali – per la gente che ha fame di conoscere cosa è vero – i sentimenti come delusione, imbarazzo, irritazione, rancore, rabbia, gelosia e paura, anziché essere brutte notizie sono invece momenti molto chiari che ci insegnano dove ci stiamo trattenendo . Ci insegnano a rincuorarci e ad aver fiducia quando invece preferiremmo crollare e tirarci indietro. Sono come messaggeri che ci mostrano, con chiarezza terrificante, esattamente dove siamo bloccati. Questo momento esatto è il maestro perfetto e , buon per noi, è ovunque noi siamo.
Posizione 222
La meditazione ci invita ad accorgerci di quando raggiungiamo il limite e a non farci portare via dalla speranza e dalla paura. Attraverso la meditazione, siamo in grado di vedere con chiarezza cosa sta succedendo ai nostri pensieri ed emozioni, e siamo anche in grado di lasciarli andare. Ciò che è incoraggiante della meditazione è che anche se noi ci chiudiamo, non possiamo più chiuderci nell’ignoranza. Vediamo molto chiaramente che ci stiamo isolando. Già questo inizia a rischiarare l’oscurità dell’ignoranza. Siamo in grado di vedere come scappiamo e ci nascondiamo e ci manteniamo occupati in modo da non dover mai fare in modo che i nostri cuori siano penetrati. E siamo pure in grado di vedere in che modo potremmo aprirci e rilassarci.
8. Gli otto dharma mondani
Posizione 663
Gli otto dharma mondani Magari sentiamo che, in qualche modo , dovremmo provare a sradicare questi sentimenti di piacere e dolore, perdita e guadagno, complimento e rimprovero, fama e disonore. Più in pratica, potremmo conoscerli, vedere come ci intrappolano, vedere come influenzano la nostra percezione della realtà, il fatto che non sono così solidi. Ecco che allora gli otto dharma mondani diventano i mezzi per diventare più saggi, più gentili e più soddisfatti. Uno dei classici insegnamenti buddhisti sulla speranza e la paura riguarda quelli che sono conosciuti come gli otto dharma mondani. Si tratta di quattro coppie di opposti – quattro cose che ci piacciono e a cui ci affezioniamo e quattro cose che non ci piacciono e che cerchiamo di evitare. Il messaggio di fondo è che quando rimaniamo impigliati negli otto dharma mondani, soffriamo.
12. Crescere
Posizione 1039
Crescere Dall’inizio e fino alla fine, puntare al nostro cuore per scoprire cosa è vero non è solo una questione di onestà, ma anche di compassione e di rispetto verso quel che vediamo. Nel mio ufficio ho un rotolo con una scritta giapponese e un dipinto del maestro zen Bodhidharma. Bodhidharma è un uomo grasso, dall’aria irascibile e le sopracciglia cespugliose. Ha l’aspetto di chi soffre di cattiva digestione. La scritta recita: “Puntando direttamente al tuo cuore, trovi Buddha”. Ascoltare i discorsi sul dharma, o gli insegnamenti del Buddha, o praticare la meditazione non è altro che studiare noi stessi. Che si stia mangiando o lavorando o meditando o ascoltando o parlando, l’unica ragione per cui siamo qui in questo mondo è studiare noi stessi. Hanno detto, infatti, che lo studio di noi stessi ci procura tutti i libri di cui abbiamo bisogno. Forse la ragione per cui esistono conferenze e libri sul dharma è solo per incoraggiarci a comprendere questo semplice insegnamento: tutta la sapienza su come ci causiamo sofferenza e tutta la sapienza su quanto sia gioiosa e vasta e semplice la nostra mente –queste due cose, la comprensione di ciò che potremmo chiamare nevrosi e la sapienza della verità incondizionata e imparziale –le possiamo trovare solo nella nostra esperienza personale.
Estratti tratti da: Se il mondo ti crolla addosso (Universale economica. Oriente) – Chödrön, Pema