Vorrei spiegare il significato della compassione, che è spesso mal compreso. La vera compassione non si basa sulle nostre proiezioni e aspettative, ma, piuttosto, sui diritti dell’altro: indipendentemente dal fatto che l’altra persona sia un amico intimo o un nemico, nella misura in cui detta persona vuole pace e felicità e vuole evitare la sofferenza, su questa base possiamo sviluppare una genuina preoccupazione per i suoi problemi.
Questa è la vera compassione. Di solito, quando siamo interessati alla sorte di un amico intimo, chiamiamo quest’interesse “compassione”; ma non è compassione, è attaccamento.
Anche nel matrimonio, in quei matrimonï che durano poco, ciò avviene a causa dell’attaccamento.
I matrimoni durano poco a causa della mancanza di compassione; c’è solo attaccamento emotivo, basato sulle proiezioni e sulle aspettative.
Se l’unico legame fra amici intimi è l’attaccamento, allora anche un’inezia può indurre un mutamento delle proiezioni. Non appena le proiezioni cambiano, l’attaccamento scompare, perché quell’attaccamento era basato solo sulle proiezioni e sulle aspettative.
È possibile avere compassione senza attaccamento e, similmente, provare rabbia senza odio. Di conseguenza dobbiamo chiarire le distinzioni fra compassione e attaccamento e fra rabbia e odio.
Tale chiarezza ci è utile nella vita quotidiana e nell’impegno per la pace nel mondo. Ritengo che questi siano i valori spirituali di base per la felicità di tutti gli esseri umani, che siano credenti o meno.
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(Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama – © copyleft perle.risveglio.net)
Libri sulla Compassione
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La nostra esistenza sulla terra dipende dalla Compassione di Dio, eppure il suo significato ci sfugge. Sri Chinmoy spiega che per capire la Compassione, prima dobbiamo riconoscerla e per riconoscerla dobbiamo prima sperimentarla. E’ la Compassione di Dio che ci modella, ci guida e ci illumina ad ogni passo del nostro viaggio attraverso la vita. La Compassione divina è come una pioggia scrosciante sulle nostre vite. Più preghiamo Dio per ottenere Compassione, più Egli ci inonda con la Sua Compassione. Sri Chinmoy dice che in cambio, Dio ci chiede solo di distribuire questa Compassione ai nostri compagni di viaggio sulla terra.
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Comprendere e amare gli altri per vivere in armonia col mondo
Il Dalai Lama ama ripetere che lui è un uomo qualunque. In realtà, le sue parole e il suo insegnamento sono molto distanti dai miti contemporanei. Come ignorare il fatto che la competitività esasperata, la rabbia, l’invidia e l’intolleranza sono alla base di molti rapporti umani, da quelli famigliari a quelli religiosi o politici? Svolgendo con parole pacate e argute un ragionamento inoppugnabile, Sua Santità ci dimostra invece che questi atteggiamenti sono distruttivi per gli altri ma soprattutto per noi stessi, e dunque dobbiamo addestrare la mente a un approccio completamente diverso: l’amore e la compassione, cioè il desiderio di aiutare gli altri, nostri inseparabili e necessari compagni di viaggio lungo il cammino esistenziale. Se infatti impariamo a riconoscere questa totale interdipendenza, ci diventerà chiaro che ogni nostra azione e pensiero dovrà rivolgersi verso il bene comune. Certo, non è un compito facile, piuttosto un’arte: l’arte di costruire insieme un mondo migliore.
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Consigli semplici per una vita di consapevolezza e compassione
Cuore zen è un libro cristallino. La lettura è leggera e scorrevole, tanto che a volte sembra difficile cogliere la profondità delle esperienze che descrive.
Per amore di chiarezza l’autore divide il percorso meditativo in tre fasi, e riesce così a tracciare un quadro esaustivo, semplice,
ma non semplicistico, del sentiero della pratica. Secondo Bayda, l’io in quanto ‘me’, in quanto personalità, sé individuale, ha necessità di essere esplorato al fine di compiere un percorso spirituale completo, e ciò avviene nella ‘fase del me’. Ma la conoscenza di sé, dei propri meccanismi di difesa, dei propri schemi emotivi, non esaurisce la comprensione cui da accesso la meditazione.
‘Essere consapevolezza’ ed ‘essere gentilezza’ non sono solo possibilità effettive dell’uomo, sono la sua vera natura.
L’autore illustra gli ostacoli, diversi per ognuno, ma riconducibili ad alcuni meccanismi ripetitivi, così come i pilastri della pratica e le qualità necessarie al risveglio.
Egli non insiste sul primato di una via sull’altra, pur definendosi insegnante di zen, e si concentra piuttosto su una disamina attenta ed esauriente di un cammino di realizzazione, esprimendo in tutta la sua complessità le vicissitudini umane di qualcuno che ha cercato risveglio e compassione. Il volume si completa con alcuni interessanti suggerimenti pratici ed esercizi per accogliere tutti gli eventi della vita, invece di fuggire, arrabbiarsi o tentare invano di controllarli.
Discepolo di Charlotte Joko Beck, la fondatrice della scuola di zen americano Ordinary Mind, Ezra Bayda insegna una pratica zen spogliata di ogni connotazione orientale e ridotta all’essenziale: essere presenti alla vita quotidiana con attenzione e consapevolezza. Questo è il segreto, sorprendentemente semplice, della vita spirituale: basta applicarlo nella propria vita quotidiana e il mondo intero diviene il nostro maestro, ci risvegliamo alla sacralità della vita e siamo colmi naturalmente di compassione per tutti gli esseri.
Ma semplice non significa facile, e certo non è facile essere presenti agli aspetti più dolorosi o imbarazzanti della vita. Cuore zen
insegna una pratica in grado di trasformare le esperienze difficili in stadi preziosi del sentiero spirituale e di rendere la consapevolezza un’abitudine quotidiana. |