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Domanda: come sì ci può distaccare dalla sofferenza quando sì perde un figlio?

Sua Santità il Dalai Lama

Vi era una donna dell’area del Pempo che non aveva figli. Una volta sì avvicinò a un lama kadampa, Potowa e lamentandosi diceva voglio un figlio. Potowa, rassicurandola, rispose è meglio non avere figli, perché se hai un figlio hai una preoccupazione, se hai 2 figli hai 2 preoccupazioni e se hai 100 figli ha 100 preoccupazioni. E la donna tacque.

In questo caso è molto triste, una madre che perde un figlio, perché la madre è la maestra dell’affetto, sono coloro che ci mostrano l’esempio dell’affetto.

Ci sono molte possibilità di passare questo brutto avvenimento se la persona a cui capita ciò è credente. Per esempio se tu credi in Dio ricordati che lui è misericordioso e quindi il fatto che noi siamo sue creature deve avere qualche significato.

Un altra persona che crede nella legge di causa ed effetto può pensare che è a causa di cause e condizioni che è successo questo. Anche se è una cosa molto triste, quando un figlio muore cercate di non dispiacervi troppo, il bambino capisce quello che la madre sente. La madre non deve essere molto triste per il suo bambino, pensate se ci potesse vedere questo bambino così tristi allora lo faremmo ulteriormente soffrire. Questo bambino sarebbe molto più felice di vedere che ciò che lui ha lasciato sta continuando in modo armonioso e costruttivo.

Questa tragedia non deve farci piombare in una tristezza ulteriore e nell’ansia. A parte ciò io non so che cosa dire.
(Nantes, 20.08.08 – V giorno d’insegnamenti di S. S. il Dalai Lama)
Tratto da sangye.it