Perché qualunque cosa tocchiamo la trasformiamo in un problema? […] Perché non li risolviamo mai? Perché non moriamo ai nostri problemi invece di portarceli dietro giorno dopo giorno, anno dopo anno? […] perché la vita per noi diventa un problema? Il lavoro, il sesso, guadagnare del denaro, pensare, fare esperienza: insomma tutto quello che fa parte del nostro vivere, perché è diventato un problema? Non è forse perché tutti quanti pensiamo partendo da un punto di vista particolare, che non cambia? […] Il nostro pensiero parte sempre da un centro per andare verso la periferia, ma per la maggior parte di noi la periferia non è diversa dal centro; così rimaniamo sempre in superficie, pensiamo in modo estremamente superficiale. […] Qualsiasi cosa facciamo rimanendo in superficie, creerà inevitabilmente un problema. Così è questa la nostra vita: ci accontentiamo di vivere rimanendo in superficie […]
Finché vivremo in superficie, alla periferia, i problemi continueranno a esistere. La periferia è il “me”, con le sue sensazioni, che possono o meno manifestarsi all’esterno, identificandosi con l’universo, con la patria o con un’infinità di altre cose proiettate dalla mente.
Finché vivremo sul piano della mente, avremo a che fare con un sacco di complicazioni e di problemi. E questo è tutto quello che conosciamo.
(tratto da: “Il libro della vita” di Jiddu Krishnamurti)