“La filosofia non sta «vivendo» […].

Nella vita accettiamo naturalmente la piena realtà di ciò che vediamo e sentiamo […]. La filosofia, invece, non accetta quello che la vita accetta; cerca di trasformare la realtà in un problema. […] La filosofia complica la realtà rimpiazzando la serenità del mondo con problemi senza fine. È come chiedere a una persona normale in che modo sta effettivamente respirando! Questa domanda ha l’effetto di «spezzare» il respiro quando la persona ne descrive coscientemente il processo. […]

Quando arriviamo al nucleo, le parti opposte sono la medesima cosa se vengono viste dal centro di un cerchio […]. Io non faccio esperienza di qualcosa; io sono l’esperienza. Io sono la consapevolezza. […]
Quindi noi non sudiamo perché fa caldo; il fatto di sudare è il caldo. […]
Il maestro Lin-Chi della dinastia T’ang affermò: «Sii semplicemente normale, per niente speciale. […]» Una persona non vive una vita definita in modo concettuale o scientifico, perché la qualità essenziale della vita vissuta consiste semplicemente nel viverla. Se sei nel bel mezzo del divertimento, non lo puoi interrompere fermandoti per un momento a esaminarti e a vedere se stai traendo il massimo da quella occasione. Lo fai se non sei soddisfatto […].

Si esiste quando si lascia vivere la vita attraverso di noi, liberi nel suo flusso, perché colui che sta vivendo non è conscio di vivere e proprio in questo risiede la vita che lui sta vivendo. La vita vive; e nel flusso dell’esistenza non si sollevano questioni. […] La completezza, l’adesso, è assenza della mente conscia che cerca di dividere quanto è indivisibile. […] Quindi, per vivere una vita in modo autentico, la risposta è che la vita, semplicemente, è. […]

Esistono il qui e l’ora e per comprenderli c’è bisogno soltanto di una cosa: l’apertura, la libertà – la libertà di essere aperti e non limitati da alcuna idea, concetto e via dicendo. Possiamo continuare a provare, ripetere, analizzare, seguire lezioni fino a diventare pallidi dalla stanchezza, ma tutto questo non servirà a molto. Sarà solo quando smetteremo di pensare e ci lasceremo andare che potremo cominciare a vedere e a scoprire. Se la nostra mente è tranquilla, ci sarà una pausa accidentale tra le sue febbrili attività, ci sarà un momento in cui ci si lascia andare, e sarà solo in quell’istante, nell’intervallo tra due pensieri, che un lampo di comprensione – che non equivale al pensiero – potrà avere luogo” (Il Tao del DragoneBruce Lee – pp. 53-75).

tratto dal sito www.lameditazionecomevia.it