IL NATALE nella tradizione iniziatica

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Dal pensiero del 25/10/2008.

“Nascere significa entrare sotto la legge della benedizione. La nascita è la possibilità data all’essere umano di riparare i propri errori del passato e di sviluppare le forze luminose latenti in lui. Un bambino viene al mondo solamente perché un uomo e una donna si sono uniti per amarsi; è quell’amore a dargli la vita. Nascendo, ogni essere umano riceve la visita di Dio. So bene che molti bambini non sono realmente figli dell’amore, ma io parlo in generale, mi attengo a dei principi. Quando un uomo e una donna s’incontrano e pensano di diventare padre e madre, non iniziano immaginando che il loro bambino sarà frutto del caso o sarà il risultato di una violenza, e neppure pensano che ricorreranno a mezzi artificiali di procreazione. Nel profondo del cuore e dell’anima, ciascuno comprende la nascita come il frutto naturale dell’amore.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov – Edizioni Prosveta

Quando ci liberiamo dall’aspetto formale del Natale – così come lo conosciamo – e lo purifichiamo dall’ossessiva commercializzazione di cui è diventato protagonista, possiamo recuperare il valore psichico, mistico e cosmico di cui è portatore.

Nel suo libro Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica – Edizioni Prosveta, il Maestro Aïvanhov afferma:

“Se esistono quattro feste cardinali: Natale, Pasqua, le feste di S. Giovanni e di S. Michele, ciò non è dovuto al caso, o perché è piaciuto a qualche religioso istituirle, ma perché le quattro date cadono in corrispondenza di fenomeni cosmici. Nel corso dell’anno, il sole passa per i quattro punti cardinali (equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno e solstizio d’inverno), e durante questi quattro periodi avvengono nella natura dei forti impulsi e delle grandi circolazioni di energie che influenzano la terra e tutti gli esseri che la popolano: le piante, gli animali, gli uomini… Gli iniziati, che hanno studiato tali fenomeni, hanno constatato che se l’uomo presta attenzione, se si prepara e si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi, possono prodursi in lui grandi trasformazioni.

La tradizione cristiana ci dice che Gesù è nato alla mezzanotte del 25 dicembre. Il 25 dicembre il sole è appena entrato nella costellazione del capricorno. Simbolicamente il capricorno è legato alle montagne, alle grotte, ed è appunto nell’oscurità di una grotta che il Bambino Gesù può nascere. Per tutto il resto dell’anno, la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività, ma all’approssimarsi dell’inverno, molte attività si arrestano, i giorni si accorciano, le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, cose queste che permettono all’uomo di penetrare nelle profondità del suo essere e di trovare le condizioni per la nascita del Bambino… Ma lasciamo da parte il particolare di sapere se Gesù è veramente nato il 25 dicembre a mezzanotte. A noi interessa il fatto che, attorno a quella data, ha luogo nella natura la nascita del principio cristico, di quella luce e di quel calore che trasformano tutto.”

I tanti elementi menzionati dalla tradizione – personaggi, animali e cose – hanno un grande simbolismo sia sul piano individuale che collettivo (e nel testo citato possiamo approfondire tale studio), ma sono soprattutto rivelatori di aspetti che dobbiamo imparare a conoscere e ad utilizzare per il nostro lavoro interiore, il cui scopo è la nascita della consapevolezza; ma prima di arrivare a questo punto, bisogna tornare un po’ indietro:

“La vita di un bambino non inizia con la sua venuta al mondo. Prima di nascere, esisteva già in un luogo dove sua madre lavorava alla sua formazione. Una nascita è dunque paragonabile alla presentazione di un’opera di uno scultore o di un pittore: si solleva il velo che la nascondeva e ora tutti possono vederla, perché è giunta a compimento. Certo, è così, ma l’essenziale è che questo lavoro era stato iniziato molto tempo prima, cioè nell’istante in cui il bimbo era ancora solo un seme… Ecco il motivo per il quale, per capire il fenomeno della nascita, dobbiamo prima studiare il seme.

Immaginate un liquido nel quale si siano fatti sciogliere dei sali di cristallo: è trasparente e in questo liquido non vedete nulla. Ma se lo trattate in determinate maniere, se ad esempio lo scaldate, si andranno formando dei cristalli seguendo certe linee di forza e vedrete apparire delle figure geometriche. Ogni atomo di un elemento chimico possiede la proprietà di cristallizzarsi in un modo o nell’altro, ed è così che si formano i cristalli, trovando ogni atomo il suo posto in funzione di determinate linee di forza. Lo stesso fenomeno avviene con il seme: il seme è come una soluzione chimica, che possiede delle proprietà specifiche, che attendono il momento favorevole per manifestarsi.

Andrò ancora oltre dicendo che il seme è un talismano preparato dal Creator per attirare forze ed elementi dallo spazio. Quando mettete questo seme in certe condizioni, vale a dire quando lo piantate nella terra dandogli l’umidità e il calore indispensabili, esso attira tutti gli elementi che gli corrispondono e comincia a crescere. Il seme in sé non possiede questi elementi, che si trovano invece distribuiti nello spazio, per cui tocca al seme attirarli a sé. Il seme in sé stesso – ed è questa la ragione per cui è così minuscolo – possiede solo il progetto di quello che più tardi sarà l’albero, con le sue radici, il suo tronco, i suoi rami, le sue foglie, i suoi frutti.”

Allo stesso modo del bambino nel grembo materno e del seme piantato nel terreno, la realizzazione di un individuo consapevole è il punto di arrivo di una gestazione interiore che parte dalla cura del seme:

“La vita psichica di ogni uomo contribuisce alla trasformazione degli elementi contenuti nelle sue cellule e nel suo sangue… Così come lo è per la madre, anche il discepolo ha il compito di costruire in sé un altro corpo, ma un corpo spirituale che gli permetterà di nascere una seconda volta. Egli nutre l’idea, il progetto : il Regno di Dio e la sua giustizia, la perfezione, l’armonia, e ora deve realizzarlo giorno per giorno apportandovi i materiali necessari. Anzi, sarebbe più esatto dire che sono i materiali stessi a presentarsi spontaneamente. Quando avete preparato un piano e lo mettete in evidenza, esso attira dal cosmo tutti gli elementi che gli corrispondono, i quali andranno a distribuirsi secondo le linee di forza di tale piano.

La seconda nascita è un lavoro cosciente, che parte da uno schema che abbiamo in noi, nella nostra mente… Quando parlo del lavoro che compie la madre sul bambino che porta in seno, parlo naturalmente di un lavoro subcosciente… Alla stessa stregua, quando un discepolo assume il ruolo di madre, per mettere al mondo un bambino divino, non è necessario che conosca i dettagli della sua formazione…

Che si tratti della vita interiore o della vita fisica, affinché il bambino nasca in buone condizioni, la cosa più importante è il modo di vivere della madre…”

Realizzarsi come individui consapevoli è il più grande lavoro che possa essere intrapreso, perché libera dall’oscurità della paura e dal peso delle sofferenze; è allora che il Bambino Gesù e il bambino in noi si sentono lo stesso bambino, e il Natale diventa il possibile risultato di una completa realizzazione.

Elisabetta Mastrocola

Ufficio Stampa Prosveta

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