Va’: non hai niente da perdonare
Sognare è meglio che vivere.
Ma vedrà il sorgere del sole
colui che lascia ogni cosa incompiuta;
il cui pensiero si allontana dal dover pensare
come il sostituirsi di una maschera.
Solo errerà attraverso valli ancora più verdi
di quelle che splendono dalle finestre
delle favole per bambini,
colui che pensa che il mondo si rinnova.
Solo per colui che siede e canta
presso gli steccati dimenticando la propria strada
il passero fatato spiega le sue ali
e i fiori magici crescono più rigogliosi.
Non troverà una mano che nutra
le fonti silenziose del suo desiderio.
Nessuno gli indicherà il ruscello dove
possa appagare la sete dell’infanzia.
Ma vallate più verdi dell’Oggi
e pensieri più cari del Lontano
busseranno alla sua finestra e sveglieranno
la sua freschezza altre seti da appagare.
Così come una silenziosa sartina seduta
alla finestra all’ora del tramonto
in un villaggio sconosciuto
egli non apparterrà a nulla di insano,
ma, incorporea come un augurio,
la sua anima attraverserà come un arcobaleno
i pascoli verde – pioggia del suo perdersi
e la terra diventerà parola.
(Fernando Pessoa)