Come il contadino incanala l’acqua,
come il fabbro raddrizza le sue frecce,
come il falegname lavora il legno,
così il saggio lavora se stesso.

Come una rupe non è scossa dal vento, egli non è scosso
dall’elogio o dal biasimo degli uomini. Nell’udire la verità,
il suo cuore diventa come un lago profondo, limpido e calmo.

Non desidera nulla e non parla a vuoto. Qualsiasi cosa gli accada,
nella fortuna e nella disgrazia, va per la sua strada
senza attaccarsi a nulla.

Non desidera né figli, né ricchezza, né potere, per sé o per altri.
Non cerca di imporsi con mezzi sleali.

Il saggio lascia la via dell’oscurità per quella della luce.
Lascia la propria casa nel mondo per dimorare soltanto in se stesso.

(Dhammapada 80,81,82,83,84,87)