L’idea comune di felicità si porta dietro una lunga serie di stereotipi, non da ultima l’illusione di avere il diritto acquisito alla felicità […]  L’uomo occidentale viene fin da piccolo educato allo sforzo, alla  lotta per ottenere risultati, e anche dove tali obiettivi siano meritevoli e apprezzabili, rimangono nella sfera personale del transitorio e dell’effimero. […] C’è invece un’altra felicità, che si trova in un’altra dimensione, al di là del recinto delle aspettative che riponiamo nel lavoro, nelle relazioni, nel denaro, ma anche negli insegnamenti spirituali, e che generano insoddisfazione cronica per il semplice fatto di essere formulate come aspettative.  […] Il terreno della ’felicità fondamentale’ nasce e si nutre all’interno, nella capacità di accogliere l’esperienza, quella positiva e quella negativa, essendo presenti e svegli al momento presente, senza sforzarsi di cambiare, senza far interferire i pensieri e le emozioni con l’esperienza.
(Ezra Bayda – Le radici della felicità)