L’aspettativa è una brutta bestia, sempre in agguato, pronta a catturarci tutti. Se osserviamo l’aspettativa più da vicino, notiamo che vi rientrano due componenti fondamentali: la speranza e la paura. Speriamo di trovare la felicità in un nuovo ruolo lavoro, ma temiamo di ritrovarci circondati da quella mentalità aziendale che avevamo imparato a disprezzare. Speriamo di ricevere un bel regalo di compleanno. Abbiamo paura di quel brutto quartiere che dobbiamo attraversare per tornare a casa. Indipendentemente dallo scenario, desideriamo il piacere e ci teniamo alla larga da ogni potenziale dolore. L’esistenza di quasi tutti noi è governata da queste semplici reazioni. […] Se strutturate continuamente forti opinioni e aspettative, è esattamente come se vi conficcaste una freccia nell’occhio. È stupido ritenere che troveremo una felicità duratura tentando di cambiare le cose per renderle più conformi ai nostri desideri. […] Abbiamo passato tutta la vita armeggiando con le nostre frecce personali. Fino a quando non la smetteremo con le aspettative precostituite riguardo a come pensiamo le cose debbano andare, siamo destinati a continuare ad armeggiare con queste frecce, procurandoci dolore più grande nella ricerca di un più grande piacere.
Tratto da “Il Buddha entra in un bar” Lodro Linzler Pag. 143-147
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