I gigli dei campi e gli uccelli del cielo (Kierkegaard)

gabbiano-ideale-bislow“Il giglio e l’uccello, i gioiosi maestri di gioia, sono la gioia stessa perché sono incondizionatamente gioiosi.  Colui infatti la cui gioia dipende da determinate condizioni non è la gioia stessa, la sua gioia è nelle condizioni, è condizionata da esse. […] Ma il loro insegnamento di gioia, che di nuovo la loro vita esprime, è con grande brevità il seguente: c’è un oggi che è – sì, un’enfasi infinita cade in questo è.

C’è un oggi e non c’è nessuna, proprio nessuna preoccupazione per il domani, o per il giorno seguente. Non è leggerezza quella del giglio e dell’uccello, è invece la gioia del silenzio e dell’obbedienza.

Perché quando tu taci nel silenzio solenne, quale è in natura, non esiste domani; e quando tu obbedisci, come obbedisce il creato, non c’è il domani, quel giorno maledetto, l’invenzione della chiacchiera e della disobbedienza. […] Che cos’è la gioia, che cos’è essere gioiosi? È essere davvero presenti a se stessi.
Ma l’essere davvero presenti a se stessi è questo «oggi», è essere oggi, essere davvero oggi”.
( tratto da www.lameditazionecomevia.it – newsletter del 28/12/2008 )