Sedere fermi in silenzio offre la posizione non di colui che respinge l’altro di fronte a sé, ma di colui che è diventato uno.
Quando si accetta all’interno di sé tutto quello che si oppone a se stessi e si diventa uno con quello, non può esserci nient’altro che non sia noi stessi, poiché a quel punto se stessi diventa la pienezza dell’universo stesso.
Essere un solo corpo col tutto, in quell’unità che non è solo uno, è sentire il dolore dell’altro come proprio dolore, la gioia dell’altro come la propria vera gioia”.
(Monastero Zen di Fudenji)