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articolo a cura di Aldo Vaccaro

Mi stai riconciliando col vegetarianismo

Caro Valdo,

Sto leggendo con piacere, oltre ai tuoi articoli, anche il libro Alimentazione Naturale, sia la parte circolante nelle librerie (riguardante la prima sezione) che la seconda parte ancora inedita.

Ne approfitto per una digressione personale.

Non manco intanto di inviarti col pensiero, ogni volta che ti leggo, un grande grazie, perché  mi stai riconciliando col vegetarianismo, dopo anni di rapporto altalenante col medesimo.

Sentivo di essere nel giusto, ma tutti erano coalizzati contro di me

Sono stata infatti vegetariana per 10 anni di fila, ed ho sperimentato sulla mia pelle e sulla mia psiche, imbrogli, ipocrisie, insulti e boicottaggi da parte sia di famigliari e amici, che da parte di medici approssimativi ed incompetenti.

Tutta la gente coalizzata contro.

Tutti come cani ad abbaiare contro il mio metodo di alimentazione opposto al loro.

Ed io, pur ragazzina, sentivo di essere nel giusto.

Anche perché, da quando avevo abbandonato rigorosamente la carne, non prendevo più alcun farmaco come in precedenza.

Niente scelte etiche, e niente opzioni salutistiche ma solo una misteriosa avversione corporale

La mia scelta iniziale, lo ammetto, non fu per niente di ordine etico.

Al limite non fu nemmeno per coscienza salutistica.

Si trattò piuttosto di una improvvisa e sorda avversione a livello di pelle e di organismo nei riguardi di ogni alimento di provenienza animale.

Qualcosa di inspiegabile a livello logico e culturale.

Era il mio corpo che si ribellava, prima che la mia anima ed il mio cervello.

Non c’era verso di accettare cane, pesce, uova, in qualunque forma e quantità essi fossero contenuti, inclusi e nascosti dentro un qualsiasi cibo.

Uno straordinario e quasi radiestesistico potere percettivo

Potevo addirittura individuare una frazione microscopica o polverizzata di carne a causa del puzzo mortale che emanava una determinata sostanza contaminata dalla cadaverina.

Persino i pacchi di biscotti e i panettoni, fatti con le uova, che per gli altri significavano magari profumo dolce e gradevole, emanavano  per la sopraffina ricezione del mio detector personale, un’ondata precisa e distinta di odoraccio simile allo zolfo.

Per me la sua carne puzzava di morto, per lui profumava di viole e di margherite

Pensa che nei primi tempi, mi succedeva spesso di riportare la carne al macellaio.

E lui poveretto mi contestava, e diceva che quella carne era perfetta, anche se era disposto a sostituirmela.

Dovetti sembrargli maniaca ed isterica, perché minacciai per tre volte di mandargli dei controlli sanitari, visto che la sua carne puzzava per me a un miglio di distanza, mentre secondo lui profumava di viole e margherite.

In realtà quel macellaio, a parte la sua professione discutibile, era una persona onesta.

Ero io la causa di tutto, col mio strabiliante potere percettivo

Ero io invece che non riuscivo più sopportare e a consumare quel tipo di mercanzia intrisa di sofferenza e di morte.

Non avevo ancora capito di essere dotata di un apparato percettivo fuori della norma, capace di cogliere immediatamente le radiazioni e le vibrazioni negative emesse da quel pezzo di carne, capace di mettersi in sintonia con l’ondata di terrore e di tossine velenose e sconvolgenti che fuoriuscivano dalla fettina che il macellaio mi aveva tranciato, o dal prosciutto crudo che mi aveva pazientemente affettato.

Carente di tutto fuorché di Omega3, solo perché a quel non c’era la moda venale degli eicosanoidi

Da ragazzina, avevo sperimentato diversi problemi seri riguardanti la mia pelle, che appariva disseccata ed opaca.

Tutti in coro unanimi e sicuri di sé a predicare.

Ti manca il collagene, ti mancano le proteine nobili, ti manca il ferro-eme, ti manca la B12.

A quel tempo non si parlava ancora della cavolata del momento, della moda innescata dalla imbrogliante e sconsiderata dieta A Zona, ovvero degli Omega3 inventati dai venali e lugubri mercanti di olio di pesce e di balena.

Solo per quello nessuno mi disse che mi mancavano pure gli Omega3.

Da quando sono quasi-vegana non ho mai avuto una pelle così  splendente

Inutile dirti che oggi ho una pelle bellissima, nonostante alcuni segni sul corpo di quella mancanza di collagene dovuta proprio alla carne che essi mi spingevano a consumare e che il mio corpo ipersensibile disperatamente respingeva.

Tant’è vero che, da quando ho cambiato radicalmente alimentazione, diventando vegetariana e a tratti vegana, l’elasticità, la ricchezza di collagene e la bellezza della mia pelle, non sono mai state così evidenti.

Una adolescenza non priva di problemi

Fin da piccolissima, probabilmente per gli omogeneizzati e per il latte vaccino datomi in fase di svezzamento, nonché per le vaccinazioni e le solite improprie diete pediatriche, soffrivo di gravi infiammazioni addominali.

Tutt’ora ne risento, e devo tenere d’occhio il mio intestino, essendo facilmente portata alle coliche.

Ma col mio presente sistema nutrizionale rinnovato e migliorato, ho già risolto il problema al 95%.

Ma quando da bambina mi lamentavo, e riscontravo delle correlazioni tra i cibi balordi e pesanti che mi davano in famiglia e lo stato del mio colon, venivo addirittura derisa  apertamente dai medici, mentre in casa mi etichettavano come ansiosa, come troppo concentrata su me stessa, e come ipocondriaca.

Un temporaneo allontanamento dalla frutta e dalla verdura e  una spinta al proteico

A un certo punto, essendo a quel tempo la mia alimentazione vegetariana ma non razionale, in quanto comprensiva di latticini e di uova, ho cominciato paradossalmente a degenerare, e a non tollerare più alimenti vegetali, frutta e cereali.

Una specie di vendetta dell’uovo e del formaggio che, da guerrieri proteici entrati in me nel loro Cavallo di Troia, mi spingevano irrimediabilmente a incrementare le proteine e ad accantonare il resto.

Si trattava di una nuova fissazione quasi ipnotica, secondo la quale i cereali mi danneggiavano e la frutta non mi nutriva.

Una continua gran fame e un approdo al pianeta pesce

Devo anche aggiungere che avevo sempre una fame atavica che mi portava, e mi porta tuttora, a consumare quantità indecenti di cibo.

E fu a quel tempo, 4 anni fa, che dopo 10 anni di regime latte-ovo-vegetariano, mi lasciai convincere ad optare almeno per il pesce.

Sviluppo di una certa intolleranza al glutine

Dopo esperimenti ed approfondimenti vari, verificai che, grazie agli errori di percorso a ritmo di latticini, uova e pesce, avevo sviluppato una forte intolleranza al glutine ed ai lieviti chimici.

A quel punto mi ribellai e decisi di riprendere in mano la situazione, reintroducendo gradualmente tutta la frutta e tutta la verdura, ed anche gli stessi cereali escludendo il frumento, ma includendo il glutine del farro, del kamut e di altri).

In altre parole ho ripreso il mio regime vegetariano, avendo sperimentato di persona le differenze nette e marcate tra un regime spurio e un regime pulito.

Oggi sono entusiasta della mia situazione nutrizionale

Al momento attuale ricorro, ma rarissime volte, all’uso di qualche uovo bio (da allevamento a terra) e di qualche scaglia di formaggio di capra o pecora, ed ho presente la possibilità e la necessità di fare un passo in avanti liberandomi pure di tali provvisorie imperfezioni.

Oggi posso dire di essere straordinariamente soddisfatta della mia situazione nutrizionale.

Mi sto infatti alimentando con abbondanti quantità di frutta e verdura, sentendomi sempre più forte!

E devo dire che ci hai messo un po’ lo zampino con una tua tesina del 7/11/08 che mi è molto piaciuta, dal titolo Cibi salvavita e cibi rovina vita: la malaproteina.

Condivisione totale del discorso etico-animalistico

Non vedo l’ora di completare la lettura del tuo testo di base per inserirmi stabilmente nella visuale

globale della salute che stai proponendo.

Per quanto riguarda il discorso etico ed animalista, lo condivido fino in fondo, e basterebbe quello da solo a supportare l’intera scelta di campo.

Ma non voglio toccare questo argomento, altrimenti allungherei in modo eccessivo il mio messaggio.

Impietosi attacchi  dai vegani quando abbandonai temporaneamente il veganismo

Concludo dicendo che il profondo grazie che ti sto mandando, e che puoi pubblicare a vantaggio di chiunque abbia problemi simili ai miei, è dovuto al fatto che tu, a differenza di tanti vegani ai quali mi ero rivolta inizialmente per chiedere supporto e consiglio, hai capito perfettamente la mia situazione.

Da qui l’importanza e l’originalità del tuo testo e della tua filosofia tendenziale.

Avevo chiesto consiglio al veganismo in rete, confessando che non ce la facevo ad andare avanti con frutta, verdura e cereali, e che stavo per inserire il pesce nella mia dieta.

Venni attaccata senza pietà e senza esitazione come fossi una traditrice della causa, come una irresponsabile assassina.

Una povera ragazza tra due fuochi

Cosa può fare una povera ragazza in quelle condizioni.

Da una parte il sistema famigliare e il sistema medico che ti spingono a cadaverizzarti, e ti inculcano la necessità insopprimibile di inserire la bistecca e la proteina nobile e sostanziosa, e persino a nascondere la tua interna propensione ideale al veganismo, portandoti verso il baratro del malessere e della malattia.

Dall’altra gli stessi vegetariani che si scagliano quasi come degli sciacalli contro chi sgarra, senza comprendere le motivazioni che a volte esistono alla base di certe scelte magari sbagliate.

Grazie di cuore per aver letto la mia storia personale fino a questo punto.

Ora devo scappare, dato che c’è molto da lavorare,

Con tanta simpatia

Camilla Ripani

Responsabile Articoli e Video gruppo Anima – NonSoloAnima TV, Galleria Unione 1, 20122 Milano

www.NonSoloAnimaTV, c.ripani@nonsoloanima.tv, Tel 02-89280666

L’importanza di sapersi mettere e rimettere in discussione

Ciao Camilla,

Pur essendo nel fiore della tua giovane vita, hai già evidenziato molte tensioni, molte vicissitudini alimentari e filosofiche, con crisi, problemi, cambiamenti, ripensamenti.

Saper cambiare, sapersi rimettere in discussione, non è affatto simbolo di precarietà e di instabilità, ma soltanto di grande intelligenza e umiltà, di flessibilità mentale, di libertà dai condizionamenti e dai dogmi interni ed esterni.

Aver influito su una persona ribelle, scettica e non facile da convincere, quale tu sei, mi galvanizza e mi riempie di ovvia soddisfazione.

Una testimonianza di enorme valore per la gente

La tua testimonianza per me vale come 1000 e più lettere di plauso per quanto sto portando avanti a livello culturale.

Non finirò dunque mai di ringraziarti per questo tipo di testimonianza doc, non richiesta e non sollecitata, e nemmeno immaginata, con tanto di firma.

Qualcuno dirà che si tratta di un gioco interno per spingere il successo del mio libro, edito dal gruppo Anima.

L’Anima ha centinaia di autori e migliaia di titoli da seguire.

Figurarsi se si mette a perdersi in questo tipo di quisquiglie, creando poi discriminazioni e antipatici favoritismi verso un autore piuttosto che un altro.

Sei dotata della capacità  di cogliere ogni minima contaminazione

La cosa più interessante è che sei finalmente approdata al giusto lido del veganismo, quello che rispecchia esattamente, più ancora che negli altri, il vero ed autentico essere umano.

Sei una persona dotata per natura della sensibilità e dei livelli percettivi adatti a capire se stessi al di fuori di ogni impostazione ideologica, culturale e nutrizionale. Sei in altri termini una sensitiva.

Solo così si spiega la tua capacità di captare presenze minime di contaminazione cadaverica ed animal-proteica nei cibi.

Coscienza e capacità non comuni di saper analizzare correttamente il proprio corpo

La tua capacità poi di raccontare e fare una traccia storica precisa del tuo curriculum nutrizionale, collegandolo ai tuoi disturbi alterni ed alle tue turbe psicologiche, rivela doti di auto-lettura ed auto-analisi fuori del comune. Questo significa avere piena coscienza del proprio corpo.

Significa sapersi analizzare in modo corretto, supportati da una bussola efficiente, o comunque da un valido strumento di navigazione.

La fame non è un difetto, ma un segnale di trascuratezza precedente verso le proprie cellule

Una sola cosa mi preme aggiungere. Quando dici di godere di una fame atavica ed indecente, lo fai quasi con imbarazzo e senso di colpa, al pari di qualcuno che sta rivelando qualche sua segreta ed inconfessabile colpa.

Invece io vedo in quella fame un normalissimo segno di salute, un sintomo di reattività autentica e naturale a una serie di trascuratezze precedenti.

Vietato sottoporsi a regimi sotto-calorici, sotto-vitaminici, sotto-minerali, sotto enizimatici e

sotto-vibrazionali

Non si tradiscono impunemente le proprie cellule ed il proprio corpo, mangiando poco e mangiando cibi droganti e cibi spazzatura.

Non lo si ingiuria e lo si tratta male, costringendolo alla fame ed alla penuria, imponendogli un regime sotto-calorico, sotto-vitaminico, sotto-minerale, sotto-enzimatico, sotto-vibrazionale.

Questo si può fare, in modo costruttivo, solo nell’ambito di un pianificato digiuno igienistico, mirato ad espellere delle tossine e ad avviare un nuovo tipo di dieta fruttariano-vegana tendenzialmente ed intelligentemente crudista, conforme cioé al disegno gastrointestinale dell’essere umano.

Vietato denutrire e mettere a carestia il proprio sistema cellulare

Non si appesantisce l’organismo di proteine e grassi sbagliati che lo portano a stati putrefattivi e fermentativi che implicano una rottura dell’equilibrio nutrizionale, ed un affamamento sistematico dell’intero sistema, una denutrizione ed una carestia prolungata delle proprie cellule.

Il giorno dopo, o la settimana dopo, o il mese dopo, il proprio corpo si vendica e si ribella, reclama il cibo di oggi ed anche quello di ieri.

Ed in più tende a reclamare compensazioni in termini di carboidrati comodi, veloci e sbagliati, tipo grassi animali saturi e zuccheri morti, che sono tutte sostanze a veloce rilascio di energia distorta, di stimolazione e di forza glicemica sbilanciante.

Sensazioni provate nell’ultimo meeting alla ABIN di Bergamo

Provengo dalla conferenza di Bergamo di ieri 31 Ottobre alla corte di Carmelo Scaffidi, ovvero dall’apparente modesto palcoscenico dell’ABIN, dove c’è tanto da insegnare e tanto da imparare, proprio per causa della scarsa coesione ideologica e della insufficiente convinzione che si evince e si coglie negli incontri e nei dibattiti che ivi si tengono, nonostante il continuo e costante sacrificio di un presidente-missionario che sta mettendo corpo e anima a favore della causa.

Alcune evidenti carenze servono da lezione e da insegnamento. Come dire che la miseria insegna.

Non tutto il male finisce per nuocere.

Gli spropositi, i dubbi sulle questioni fondamentali e le interpretazioni spesso fuoriposto che ivi si colgono, indicano soltanto un vagare libero e disordinato del pensiero e del ragionamento, una certa quale carenza di rigore nell’impostazione scolastica del gruppo.

Se manca a volte rigore, precisione e coerenza a livello di insegnamento, se mancano gli strumenti intellettuali, ma anche finanziari ed economici, per portare a un più alto livello qualitativo l’azione della Scuola, essa non può certamente decollare verso sponde più ambite e desiderabili sia per i dirigenti che per i soci.

La solitudine e l’isolamento ingiusto di una persona ammirevole

Non si può lasciare un uomo solo e abbandonato nella sua lodevole ed eroica missione a favore dell’umanità che lo attornia, negandogli tutto l’appoggio e tutti i mezzi di sostegno che egli meriterebbe, centellinando la collaborazione ed elemosinando i contributi associativi.

La ABIN sta in pratica facendo quello che i medici non fanno.

Sta insegnando alla gente cos’è la salute e come si perviene ad essa con metodi naturali.

Meriterebbe aiuti della regione lombarda, dalla provincia di Bergamo e dello stato, altro che sopravvivere a livello di boccheggiamento.

L’obiettivo perseguito da Scaffidi è di tipo esclusivamente benefico

Qualche piccolo errore terapeutico di percorso in direzione di un integratore minerale da usarsi solo nelle emergenze, e magari adoperato con eccessiva fiducia ed indulgenza perché qualche premio Nobel lo ha magari magnificato, ci può anche stare.

Ma nessuno al mondo può  mettere in dubbio l’assoluta buona fede di Scaffidi, e nemmeno la sua umiltà, la sua voglia di verità e non di dogmi, da qualunque parte essi provengano.

A lui interessa fare del bene al prossimo, niente altro che quello.

Un brillante e generoso intervento del professor Franco Libero Manco

L’intervento, come al solito brillante e perentorio di Franco Libero Manco, giunto all’ABIN con venti minuti di ritardo in auto da Roma con la signora Rossana, ha chiarito in modo dettagliato le posizioni della AVA sia sul piano dell’animalismo che su quello igienistico.

La disponibilità e la generosità del massimo esponente italiano del Movimento Vegetariano, dopo 7 ore di autostrada, saltando il pranzo, per mettersi a disposizione gratuita di una trentina di persone lombarde, e tornare a Roma sobbarcandosi altre 8 ore di viaggio, non vanno sottaciute.

Franco, ha fatto un discorso memorabile, da persona sinceramente devota alla causa ed anche da impareggiabile oratore quale è,  mettendo in evidenza la necessità di amare il creato in modo universale, includendo ogni essere, ogni foglia, ogni espressione della volontà divina.

La contestazione pungente di un agricoltore cattolico

Ma uno del pubblico, agri-frutticoltore ed esponente pure di una comunità cattolica, ha contestato quella visuale, secondo lui troppo ideale e teorica, non trovando di meglio che sostenere una sorda ma netta opposizione. Nel suo campo i lumaconi rossi gli mangiano ogni foglia edule e vanno sterminati, mentre, sui rami dei suoi frutteti, sciami di calabroni gli divorano ogni frutto, per cui la natura è fatta di esseri che dominano e di esseri che devono essere massacrati senza troppa pietà, per cui con la logica si arriva pure alla giustificazione dei macelli, delle guerre, delle dominazioni dei più forti sui più deboli.

Una diplomatica ciambella di salvataggio

Ho dovuto lanciare una diplomatica ciambella di salvataggio, dicendo che c’era sicuramente della logica nelle sue osservazioni, e che io stesso, pur condividendo al 100% le posizioni di Franco Libero, non mi faccio scrupolo dall’eliminare ogni zanzara che ha l’ardire e l’insistenza di ronzarmi attorno.

Aggiungendo però che c’è uccisione ed uccisione, e che diverso è il livello di valenza assassina tra difendersi da una fastidiosa zanzara (che vive in tutto pochi giorni), da un vorace calabrone, da un dannoso lumacone e da una formica rossa, o al limite da una belva che ti sta attaccando, e lo sgozzare degli animali complessi e a sangue caldo, che attendono da noi una meritata comprensione, una parola buona ed una carezza, al pari e di più del gatto e del cane che trattiamo come amici e come parte della nostra vita, e non certo un vile atto di alto tradimento.

Le madri bovine piangono lacrimoni per giorni quando vengono derubate delle loro creature

Animali che guardano, pensano, amano. Madri mucche che soffrono e piangono disperate per giorni e giorni al pari di noi, quando gli viene sottratto cinicamente il proprio vitellino.

Bovini, suini, gallinacei che hanno un’anima al pari di noi, e che vengono destinati aprioristicamente per ingrata sorte al martirio ed al macello, prima ancora di nascere, creando nel contempo infelicità, disastri psicofisici e sofferenze insopportabili ed inaudite anche per gli stessi aguzzini bipedi, tra chemio, espianti e trapianti nei peggiori reparti ospedalieri.

Cambio repentino di argomento e passaggio al problema della fame e dell’energia vitale

Quando poi è stato il mio turno a parlare, ho affrontato proprio il problema della fame, dicendo che essa è una cosa seria, visto che senza carburante la nostra macchina sbuffa, borbotta e non va avanti.

Ho aggiunto che Dio ci ha dato grandi polmoni ed un capiente apparato gastrointestinale, per cui occorre adoperare al meglio i nostri organi.

Le tre fasi del metabolismo necessario a produrre vitalità

L’energia vitale è un fatto di nutrizione, di metabolismo efficiente, ed è composta da 3 fasi.

La prima fase sta in quello che mettiamo dentro, in quello che anabolizziamo, assimiliamo ed assorbiamo, con l’aiuto di bocca, naso (e polmoni), occhi, orecchi, cuore ed anima, quello cioè che captiamo dentro e fuori di noi.

La seconda in quello che emettiamo e catabolizziamo, e che deve essere eliminato prontamente e regolarmente (aria viziata, svuotando i polmoni alla perfezione, cioé del tutto; acque stanche-usate-urinate ed escrementi, svuotando il colon con precisione e regolarità cronometrica).

La terza è quello che produciamo di utile per noi stessi e per gli altri, per chi sta vicino e lontano, per la natura e gli animali, visto che non siamo in questa terra per vegetare o fare come i gamberi, ma per migliorare e migliorarci, per evolverci, per fare dei passi avanti.

Gli ingredienti basilari della salute e dell’energia vitale

Aria, sole, acqua, frutta, cibi della specie (non crudeli e non costipanti), movimento fisico e attività aerobica, riposo, meditazione, motivazione ed entusiasmo, amore per se stessi e per gli altri, hanno concluso, quali ingredienti basilioari della salute, questa seconda sessione del meeting.

Per rafforzare le perplessità  che emergono regolarmente ogniqualvolta si parla a favore della frutta come cibo al centro della dieta umana, e che ti fanno guadagnare un’immeritata patente di estremista, ho citato pure gli esperimenti dell’ingegnere francese Simoneton che, dotato di contatore Geiger, di camera ionizzante di Wilson e biometro di Bovis graduato in Angstrom (unità di misura delle lunghezze d’onda), ha dedicato 20 anni di intensive ricerche alle qualità radianti e vibrazionali del cibi.

La scala vibrazionale delle onde radianti

L’ossidazione cellulare avviene in contemporanea col crearsi di una minuscola corrente elettrica di un 50-milionesimo di Volt all’interno di ogn i cellula.

L’elettricità e la vitalità del sistema cellulare derivano proprio da questo.

L’elettricità in effetti non è altro che un’onda di elettroni costretti a muoversi da atomo ad atomo.

I valori delle onde radianti vanno dai massimi e ottimali livelli dell’infrarosso (7600-9000 Angstrom), al rosso (6200-7600 A), all’arancio (5900-6200 A), al giallo (5800-5900 A), al verde (5200-5800 A), al blu (4500-5200 A), al violetto (3900-4500 A), all’ultravioletto (3000-3900 A) e ai raggi X (600-3000 A).

Questi colori non vanno confusi col colore esterno dei cibi.

Una sostanza può benissimo apparire rossa all’occhio ma emettere radiazioni blu o viceversa.

La frutta e la verdura crude ancora una volta ai vertici della salute

Ebbene, gli alimenti catalogati come benefici e superiori, sono risultati quelli superiori ai 6500 Angstrom, guarda caso frutta e orgaggi crudi.

Gli alimenti accettabili (definiti di appoggio o di compromesso), inclusi nella gamma 3000-6500, sono risultati le verdure appena scottate, l’olio, il pane integrale, alcuni latticini crudi e non fermentati, il vino non pastorizzato (e qui il Simoneton, da bravo francese non poteva scontentare del tutto i produttori di Camenbert e di Beaujolais), mentre gli alimenti inferiori (da 3000 A in giù) sono risultati essere le marmellate, il pane bianco, le carni e i salumi, il cioccolato, il the ed il caffè.

Gli alimenti morti e privi totalmente di vibrazioni sono i liquori e l’alcol, le conserve, i prodotti di pasticceria, le merendine, i dolciumi, le bevande zuccherate e gassate.

Cosa significa in termini di sostanze, di reazioni biochimiche e di collocamento nutrienti, il semplice morso di una modesta mela

Non ho mancato di citare, in ossequio alle ricerche di David Reuben (vedi suo testo-chiave Everything you always wanted to know about nutrition), le insospettabili e straordinarie caratteristiche di una semplice mela, a cui la gente attribuisce in genere la semplice dotazione di acqua e zucchero e qualche vitamina.

Morsichi una mela e 191 sostanze chimice conosciute, più altrettante ancora ignote, scatenano nel tuo corpo 1300 reazioni chimico-enzimatiche per disintegrare le sue molecole e piazzarle nei punti più consoni del corpo umano, con la pectina che va in zona intestino, il retinolo o vitamina A che va alla retina in zona oculare, col licopene che va ai genitali a contrastare i radicali liberi, con le antocianine che vanno a rinforzare la fragilità dei capillari, e così via per 1300 volte.

Tutte queste reazioni avvengono in forza della crudità naturale del prodotto e della sua reattività bio-chimico-elettrica-vibrazionale, che con la cottura sparirebbero.

Centosessantamila specie eduli diverse nel pianeta Terra, messe a disposizione da un creatore divino e previdente, ma ignorate e disprezzate da una popolazione presuntuosa e sciancata

Il discorso vale ovviamente per tutte l’altra frutta e le verdure, che nell’assieme totalizzano 160 mila diverse piante eduli del pianeta.

Il discorso vale per il caco e il mango, il nespolo, la castagna e l’uva, ma anche per le foglioline della stevia, o pianta peruviana dello zucchero, che nessuno da noi conosce.

Mastichi una sua fogliolina verde ed è come mettere in bocca un cucchiaio di zucchero, col dolce e gradevole sapore che ti rimane per alcuni minuti.

Sistema immunitario e sistema digestivo umano disegnati solo e sempre dal Padreterno, non certo dalla GlaxoSmithKline o dalla Manzotin

Come il sistema immunitario umano non è stato disegnato dalla Glaxo, dalla Pfizer, da Donald Rumsfeld o dal micidiale manipolo farmaceutico Sanofi-Baxter-Roche-Novartis-Bayer, così il nostro sistema digestivo non è stato disegnato dalla Buitoni e dall’Alemagna, ed ancor meno dalla Cremonini, dalla McDonalds, dalla Simmenthal o dalla Manzotin.

Questo lo avevo detto il mese scorso alla Conferenza di Roma del 24/9 presso l’AVA, per far capire alla gente tuttora incredula e sconvolta di fronte a questi fatti, che la vera nutrizione è determinata da quello che ha disegnato il Padreterno e non da chi disegna e sforna a ripetizione menù e piatti farabutti in televisione, a vantaggio delle multinazionali del sangue rosso e del sangue bianco (latte), dei farmaci e degli integratori, del caffè e delle pastiglie di balena e delfino, chiamate Omega3.

La mano divina è invece rintracciabile in ogni dove

La mano di Dio è rintracciabile invece in ogni punto del nostro corpo, in ogni caratteristica positiva della frutta, in ogni reazione biochimica all’interno del corpo umano.

Nel contempo, quello che non va bene per noi, rivela la sua incompatibilità in continuazione.

Reazioni tipo la leucocitosi, la putrefazione gastrointestinale, l’avvelenamento uricemico e l’osteoporosi da acidificazione del sangue, nonché le stesse crisi ossidative culminanti nei radicali liberi, sono tutte prove eclatanti dei danni causati dai cibi sballati che la gente va disinvoltamente consumando, e dai farmaci-vaccini-integratori che va disinvoltamente assumendo, avviandosi a disintegrazione e rovina precoci.

Reazioni di scetticismo anche da parte di un segretario non sempre sereno e coerente

Anche qui la reazione è  stata quella solita.

Un grande applauso da parte di una decina di ospiti arrivati da Milano, ma alcuni interventi improntati allo scetticismo, e tutti di marca bergamasca.

Lo stesso Donato Milone, segretario del gruppo ABIN, aveva tante cose importanti da ridire, alcune valide altre meno, al punto di innescare delle polemiche interne tra il pubblico.

Pretendere da me articoli più brevi (sua personale richiesta), puntando a manifesti elettorali più che a tesine d’impronta scientifica, può essere un punto di vista.

Insistere invece sulla innocenza e  sulla quasi-necessità di mangiarsi disinvoltamente cadaverina nelle cene conviviali, e di cedere alle endorfine, cioè alla gioia che dà il bicchiere di vino dopo una buona bistecca, può andare bene per il comune uomo della strada, e non certo per il segretario di una scuola di igienismo naturale e dello spirito etico-animalistico che ogni iniziativa salutistica deve per forza comportare.

Nessun intento polemico o distruttivo, ma solo un invito a fare dei passi avanti

Sappia Milone che questo non è un missile reattivo nei suoi confronti.

Mi sta benissimo che lui rimanga alla segreteria della ABIN, né vorrei usare la stima che ha Scaffidi nei miei riguardi per condizionare la struttura organizzativa dell’associazione, però qualche passo evolutivo è lecito attenderselo anche da parte sua.

Le divagazioni e le deviazioni verso la macrobiotica e le alternative giapponesi

Una giovane signora di Bergamo è intervenuta contro l’enfatizzazione della frutta, che per lei vale una volta al giorno al massimo, e non come punto centrale dell’alimentazione umana, corroborata in questo da una scuola orientale di matrice giapponese, vicina alla macrobiotica, che comporterebbe delle formule nutrizionali valide ed alternative sia al carnivorismo che al fruttarianesimo occidentale.

Ho ribadito che i giapponesi sono i meno indicati al mondo ad insegnarci qualcosa in fatto di cibo, mentre in fatto di arti marziali e di elettronica sono incomparabili.

Lei ha insistito dicendo che non saprebbe dove mettere tutta quella frutta, dal momento che un caco la sazia per tutta la giornata.

La formula benefica e straordinaria dell’esperimento salva-cancro five-per-day di Cambridge

Ho ribadito che i 5 pasti sazianti di sola frutta al giorno, secondo l’esperimento di Cambridge, che tutti continuano a non conoscere e a non rispettare, sono criteri di medici e non di vegani-fruttariani.

Tali criteri sono stati elaborati in semplice funzione salutistica anti-cancro ed anti-cardiopatia, e sottintendono comunque una riduzione notevole dei criteri riscontrati dal dr Boyd Eaton (autorità mondiale in fatto di alimentazione paleozoica, per le sistematiche analisi con carbone radioattivo negli escrementi pietrificati delle tribù umanoidi del paleozoico), dove la quota di sola frutta era di ben 12 volte al giorno.

L’inserimento della frutta 5 volte nella giornata non pone nessuna difficoltà, partendo dalla prima colazione delle 7, alla seconda delle 9, alla terza delle 11, alla prima merenda delle 17, alla seconda merenda delle 19.

Una bella carica di frutta e di micronutrienti rende pranzo e cena momenti di leggerezza, senza i drammi e le insidie delle indigestioni

Questa carica di preziosi nutrienti che includono per ordine di importanza acqua biologica zuccherina, minerali organicati, vitamine naturali, enzimi, ormoni, fitochimici colorati, vibrazioni, magnetismo, proteine vegetali e acidi grassi polinsaturi, rendono poi i due pasti principali a pranzo (ore 13) e cena (ore 19 e 30) necessariamente più semplici e leggeri, con una abbondante quota di vegetali crudi e di germogli alternati tra pranzo e cena, seguita da un piatto naturale di sostegno ed anche di possibile compromesso, che può includere patate e zucche, cereali e legumi, pannocchia cotta nel suo cartoccio, o persino pasta integrale al pomodoro o pizza alle verdure, o minestrone di verdure cotto ai minimi termini non oltre 16-18 minuti.

La magica crema di avena e i gustosi panini vegani

L’inserimento di una porzione di crema di avena e di farine di semi tipo sesamo, lino, girasole, zucca, oppure di un piatto di pop-corn e banana, anche al posto di una quota di frutta, può servire a soddisfare ancora di più la fame emergente che si nasconde nelle viscere di ognuno di noi.

Il ricorso a dei panini integrali, spalmati di crema di olive, di carciofi o di avocado naturale, e riempiti di verdure verdi e germogli, o di qualche noce, può sostituire benissimo, soprattutto quando si è in viaggio, il pranzo e la cena. Nessuno deve stare a corto di nutrizione e a corto di calorie, pena la caduta nel tuffo notturno sulla nutella, nel tuffo sul grasso e sul montasio, nel tuffo disastroso sul salame.

Il ricorso sistematico alla frutta assortita evita di dover ricorrere all’abominevole e disgraziato ricorso alle integrazioni e alle supplementazioni, cioè alle stampelle biochimiche

Una manciata al giorno di frutta secca assortita (mandorle, noci, nocciole, pinoli, arachidi) provvede poi a completare totalmente l’apporto minerale, incluso il troppo celebrato magnesio, che deve essere preso solo ed esclusivamente nell’ambito dei minerali organicati e dei minerali raggruppati, e non inseguito individualmente, pratica questa addirittura abominevole di apparente ed illusoria efficacia, da parte di certi medici e di certi terapeuti, a volte incluso i più onesti, ispirati e devoti alla causa, come lo stesso Carmelo, quando si muove al di fuori del vero e limitatissimo intervento d’emergenza.

Su questo problema del magnesio sto preparando una tesina specifica a parte, data l’importanza dell’argomento.

Una lezione di vita e di igienismo, meritevole probabilmente di grande diffusione

La tua confessione dettagliata e circostanziata, cara Camilla, è di per sé un’autentica lezione di vita e di igienismo. Ecco allora che ho inserito tutto questo discorso sulla fame, facendo di questo documento una ulteriore tesina di approfondimento e di riflessione, e non un manifesto elettorale e propagandistico che lascia il tempo che trova senza convicere nessuno, come pretende il segretario della ABIN.

Non è la lunghezza di un articolo a determinare la sua agilità e la sua incisività, ma la sua capacità di sviscerare ogni aspetto di quanto esso tratta, ovvero la sua portata qualitativa.

Nessuno mi venga più  a dire troppo corto o troppo lungo.

Mi dica solo comprensibile o non comprensibile. Utile o dannoso. Gradito o sgradito. Costruttivo o distruttivo.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) http://valdovaccaro.blogspot.com/

– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)