Un koan zen può fare riferimento a storie, parabole, dichiarazioni di piccole dimensioni o addirittura alcune parole di una frase che fanno riferimento a una storia utilizzata nella pratica del Buddismo Zen. Possono essere presi da detti o racconti di maestri del buddhismo antichi o attuali. Un Koan può essere studiato sia da una prospettiva storica sia come strumento di contemplazione per la pratica meditativa.

La meditazione attraverso un koan zen ha lo scopo di aiutare la persona a superare gli schemi di pensiero di ogni giorno per arrivare quindi ad una maggior comprensione delle cose. Un Koan può porre domande o quesiti che tendono a resistere dalla soluzione dal pensiero razionale. Ci sono un gran numero di esempi di koan, tra cui il famoso: “Qual è il suono di una mano sola”, che a volte è proprio indicato come: “Qual è il suono di una mano.”
Dal punto di vista razionale o intellettuale, non è facile dare un senso a tale enigma. Qualcuno direbbe che il battito di una sola mano non produce alcun suono. La questione è allargare la mente uscendo dalle abituali consuetudini cercando di aggirare il pensiero intellettuale o realistico. Una volta in grado di guardare un Koan non come una questione a cui rispondere in modo razionale, è possibile avvicinarsi e trovare la propria risposta.

Molti vedono che anche negli insegnamenti di persone come Gesù Cristo, o Maometto o altri maestri illustri si possono trovare innumerevoli koan.

Come la pratica dello Zen, nel cristianesimo alcuni credono che non si possa semplicemente “interpretare” le parole di Cristo dal punto di vista intellettuale. Occorre invece andare più in profondità e riflettere su alcune delle sue dichiarazioni al fine di arrivare ad una comprensione spirituale profonda del loro significato.

Alcuni esempi di Koan Zen:

“Puoi produrre, il suono di due mani, che battono una contro l’altra. Ma qual è, il suono di una mano sola ?”
(Hakuin)

“Tutte le cose ritornano all’Uno, ma quest’Uno, dove ritorna ?”
(D. T. Suzuki)

“Un giovane, si presentò davanti al maestro, e dichiarò “Vengo da te, perché cerco la liberazione”.
”Chi ti ha incatenato ?”, gli domandò il maestro.
“Nessuno” rispose il giovane.”
Allora sei già libero”, sentenziò il maestro.

Un filosofo si recò un giorno da un maestro zen e gli disse:
“Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi”.
“Posso offrirti una tazza di tè?” gli domandò il maestro. Ed incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò. “Ma cosa fai?” sbottò il filosofo. “Non vedi che la tazza è piena?”
“Come questa tazza” disse il maestro “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture, perché le si possa versare dentro qualcos’altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

Bibliografia:

Il dito e la luna – Alejandro Jodorowsky
L’illuminazione nella vita quotidiana – Engaku Taino
Management by Zen Koan – Tetsugen serra (maestro zen)