Come essere ottimisti quando tutto va storto

di Giampiero Ciappina

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– Il valore degli schemi di pensiero positivi –

Un elemento può essere assimilato se inserito in un ambito che ci aiuta a decodificarne l’intimo significato. Così come, ad esempio, una frase può essere capita se collegata al suo quadro di pensiero, e un evento viene compreso se inserito nel suo contesto storico. Per rendersi conto dell’enorme importanza che hanno i contesti interpretativi all’interno dei quali inseriamo gli avvenimenti quotidiani, proviamo a fare insieme un piccolo esercizio. Fai un breve elenco di ciò che ti angustia. Diciamo una lista di dieci punti, tanto per tenerci bassi.

Puoi inserire tutto quello che vuoi. Il marito che ti ha tradito con la tua migliore amica, la dermatite pruriginosa dell’anno scorso, la morte del gatto, i figli ingrati, la vicina di casa petulante, la pioggia durante l’unica settimana di vacanze, il tempo che fugge e se ne va ….. Non bisogna banalizzare il dolore o prendersi gioco di chi soffre. Ma un pizzico di auto-ironia non può che giovare a vedere le cose sotto altri punti di vista. Dai quindi libero sfogo a tutto ciò che ti affligge e ordinalo in dieci punti belli ordinati. Finalmente puoi tirare fuori quel vecchio rancore che ti soffoca: non aver paura di essere cattivo.

Per una volta tanto, metti da parte i sensi di colpa e dilla veramente tutta. Datti tempo: non avere fretta. I nostri dolori sanno di non essere ‘socialmente’ ben accettati e si rifugiano in luoghi remoti dell’animo dove poi è davvero difficile stanarli. Prenditi tutto il tempo necessario per avere uno scenario sufficientemente apocalittico della tua vita e di tutte le più importanti dieci sfortune che ti sono capitate. D’altra parte sono secoli che dici che ti va tutto storto. Ora finalmente è venuto il momento di tirare fuori il rospo. Per essere sicuro di aver proprio tirato fuori il peggio, sarebbe utile non dimenticare alcuni importanti capisaldi del malessere e della piena infelicità. Uno dei più importanti è l’esaltazione del passato: sicuramente potrai trovare un punto dove il rimpianto per le inarrivabili gioie del passato (l’infanzia, l’ex-fidanzata, il migliore amico, ecc.) possa finalmente essere posto nella giusta luce. Per essere quindi sicuro di sentirti adeguatamente iellato, almeno un punto della lista dovrebbe essere dedicato alla nostalgia e al senso di colpa per le cose non realizzate.

Il punteggio poi sale se identifichi le tue epoche felici (per sempre concluse naturalmente!): quelle lontane età dell’oro quando tutto andava per il verso giusto. Un’altro importante caposaldo della sfortuna che non deve mancare nella lista è “Ora o mai più!”. Quante volte hai desiderato qualcosa che non hai potuto avere? E magari poi il destino beffardo te lo ha posto di fronte quando avevi smesso di cercarlo? Non si può non indignarsi di fronte a tanta sventura. Un’altro punto che non può assolutamente mancare è la sfortuna che deriva dal fatto che gli altri (e la Vita) non si comportano come tu vorresti che facessero. Ad esempio, quante volte tua figlia non rispetta le regole (opportune per la sua crescita naturalmente) che tu hai tanto saggiamente scolpito sulla porta del frigorifero? E il capo? Perché si ostina tanto a non voler vedere le tue qualità e a lasciarti ulteriori spazi di manovra?

Quando pensi di aver finito e ti trovi davanti al tuo nutrito elenco di scalogne, ti suggerisco di aggiungerne una che di solito può aiutare a colmare definitivamente la misura: “11 – Soltanto a me sono capitate queste sventure e io sono l’unico a mondo a conoscere veramente fino in fondo queste disgrazie”.

Ora che abbiamo una bella lista di undici punti, con la penna traccia intorno ad essa un rettangolo che la incornici. Questo rettangolo deve essere ben fatto perché è la cornice delle tue più importanti iatture. La cornice è un simbolo che serve ad inquadrare uno scenario – ed esattamente come in un processo semeiotico – deve aiutarci a comprenderne il senso. Qual’è la più giusta cornice interpretativa che può svelare il senso di tanta sfortuna? Se ne potrebbero proporre tante, ma una delle possibili è questa. In una eiaculazione vengono lanciati circa 250 milioni di spermatozooi.

Sarà una vera strage, perchè moriranno praticamente tutti meno uno. Quando infatti il rapporto sessuale conduce ad una fecondazione, il fortunato è uno solo. Se poi pensiamo per un momento alla difficoltà di vincere il primo premio della Lotteria Italia (quella del tradizionale giorno della Befana, tanto per intenderci) e venissimo a sapere che vengono venduti circa 17 milioni di biglietti, se ne può facilmente dedurre che vincere alla Lotteria è almeno 10 volte più facile(!) di quanto lo sia essere lo spermatozoo vincente.

Tu sei stato quello spermatozoo vincente. E malgrado ciò ancora non basta. La battaglia non è ancora vinta e migliaia di ostacoli si frappongono prima della nascita. Vi sono innumerevoli alternative (malattie, infezioni uterine, disturbi genetici, traumi fisici, ecc.) che conducono alla morte e soltanto una che conduce alla vita. In Europa la percentuale di aborti rispetto alla totalità delle gravidanze è di circa il 26% (uno dei più bassi al mondo: contro il 65% circa dei Paesi ex-URSS e il 60% dell’Africa occidentale). Se stai leggendo queste parole e sei nato in Italia – su oltre 680.000 gravidanze all’anno – sei uno dei 540 mila nati vivi. Sei uno dei fortunati che ha saputo evitare i 140 mila sentieri chiusi, quelli senza uscita. In poche parole – sulla base di semplici calcoli matematici – questo vuol dire che la tua fortuna è immensamente spropositata. Se poi non hai malattie gravi ed invalidanti, la tua buona sorte è davvero strabocchevole. Per avere un’idea dell’enormità del tuo successo, è come se fossi l’unico sopravvissuto in una guerra che ha fatto fuori – in un sol colpo – l’intera popolazione degli Stati Uniti d’America.

Eppure sei qui. Sei qui ora! Ora che abbiamo posto una cornice semantica (una delle tante possibili) alla lista, rileggi uno per uno i punti che hai segnalato e ascolta il tuo cuore. Per ognuno dei punti, interrogati e domandati: “sono davvero così sfortunato?”. È la prospettiva che ci permette di afferrare i concetti. Se esiste una visione, un punto di vista che – rispettando la verità – mi aiuta a vivere meglio, che è più efficiente del mio attuale schema mentale, perché non adottarlo allora? Se trovo una prospettiva funzionale che aiuta a comprendere il senso dell’esistenza, a decodificare il significato nascosto all’interno degli eventi, per quale inveterato masochismo dovrei mantenere il vecchio modello di pensiero? Rigidità, severità, idealizzazione della Logica e della Razionalità, un malinteso senso di coerenza: sono tra i più comuni e diffusi nemici della fortuna e della felicità. Quando un avvenimento ti provoca dolore o disagio poniti di fronte a questa alternativa: o questo evento va contro le Leggi della Vita, oppure sto utilizzando una pessima cornice interpretativa.

La Vita è qui per te e tu sei qui per prenderla, assaporarla, attraversarla come meglio puoi con i mezzi a tua disposizione. Ogni giorno è un dono prezioso, ogni momento è quello buono per arricchire il tuo animo, per cambiare una vecchia abitudine, per prendere finalmente quella decisione tanto importante, per rendere migliori le tue relazioni, la qualità della tua vita.

Giampiero Ciappinawww.solaris.it