“Sconfiggete le depressione, vincete lo scoraggiamento, scacciate dalla mente ogni tipo di previsioni tragiche. Forse non siete in grado di tenere sotto controllo tutto quello che vi succede, ma siete certamente in grado di controllare le vostre reazioni. Anche se i medici vi hanno dato notizie devastanti, questa non e’ una buona ragione per lasciarsi abbattere. Potete alzarvi in piedi e combattere. E potete vincere: forse contro la malattia, certamente contro la depressione. Nessuno ha combattuto la guerra contro il cancro piu’ valorosamente, e l’ha vinta piu’ meravigliosamente, di quella donna bellissima che e’ Marguerite Piazza. Questa donna straordinaria mi ha mandato un’audiocassetta in cui racconta la sua storia. Un giorno ho ascoltato la cassetta mentre ero in macchina. Ne sono rimasto cosi’ commosso, che ho dovuto fermare la macchina e accostarmi al bordo della strada fino a che Marguerite non avesse finito. “Ero all’apice della carriera, stavo recitando a New York, quando notai un puntino rosa sulla guancia destra. Pensai che non fosse nulla d’importante, e che se ne sarebbe andato da solo. Mi limitai a metterci sopra una dose extra di trucco. Ogni volta che andavo dal dottore per una laringite o per qualche altro piccolo problema, parlavo anche di quel puntino.
I dottori lo esaminavano, e poi mi rispondevano invariabilmente: “Non e’ niente, non si preoccupi.” E io non mi preoccupai. Ma il puntino non scomparve. A quell’epoca, ero ad un punto della mia vita in cui venivo definita “la signora che ha tutto”. Ero una delle dieci donne meglio vestite del mondo. La gente diceva che ero bellissima. Ero una star del Metropolitan. Avevo creato uno spettacolo chiamato “the act” per i night club. Ero stata la prima ad avere con me dei ballerini e tutto quel genere di cose. La rivista “Variety” scrisse che quella era la nascita di una nuova forma di show business (oggi, ovviamente, e’ una cosa che fanno tutte). Ero sposata ad un uomo meraviglioso, un vero, grande gentiluomo del Sud, con cui era divertente vivere.

Mio marito era una persona a cui tutto andava bene.Improvvisamente, il mondo mi crollo’ addosso. Billy mori’ per un attacco di cuore. Due settimane dopo la sua morte, quel puntino rosa sulla guancia mi fu diagnosticato come melanoma, la forma piu’ grave di tumore della pelle. Di solito uccide nel giro di diciassette mesi, se non viene totalmente rimosso. E in effetti i chirurghi tentarono, con tre differenti operazioni, di estirpare quel melanoma dalla mia guancia. Volevano salvarmi il viso, perche’ ero nello show business. Dovevo rimanere bella: come sapete, lo show business e’ una cosa riservata solo a persone molto belle. Se avessero optato per la rimozione radicale, avrei potuto rimanere orribilmente sfregiata per sempre. Ma le tre operazioni non furono sufficienti. Il medico mi disse: “Marguerite, devi assolutamente affrontare l’intervento radicale se vuoi continuare a vivere. Hai anche un’alternativa, se vuoi. Puoi scegliere di non subire l’intervento radicale: in tal caso, conserverai la tua bellezza, ma e’ probabile che la conserverai dentro una bara. Invece, puoi permetterci di fare quello che dobbiamo fare: l’intevento radicale.

E in questo caso hai qualche possibilita’ di sopravvivere”. Quella sera dovevo cantare. A teatro c’era il tutto esaurito. La sala era stipata di persone che erano venute a sentirmi cantare e a vedermi danzare.Cosa puo’ fare una persona in una situazione come questa? Beh, fa quello per cui e’ pagata. Io ero pagata per divertire la gente. Percio’ pregai per ricevere forza. Andai avanti. E ogni volta che c’era un cambio di costume fra un atto e l’altro, e mi levavo il costume di scena e lo appendevo all’appendiabiti per indossare un altro costume, appendevo a quell’appendino anche i miei problemi, li lasciavo nell’armadio e andavo sul palco. Cantai come non avevo mai cantato, e ballai superando me stessa. Il pubblico ne rimase affascinato.Feci quello che dovevo fare sul palco; e feci quello che dovevo fare per i miei bambini: affrontai la rimozione totale. Avevo sei bambini piccoli. Non avevo ne’ fratelli ne’ sorelle: e, adesso che il loro papa’ era morto, i miei bambini potevano contare solo su di me. Percio’ promisi al Signore che, se mi avesse lasciato sopravvivere per provvedere ai miei bambini, non mi sarei lamentata. Affrontai la rimozione totale. Mi tolsero l’intera guancia destra, tutte le ghiandole del collo, la carotide e un muscolo della spalla destra. Diventai lo spettacolo piu’ spaventoso che abbiate mai visto nella vostra vita.

Tornai a casa. Mostrai ai miei figli quello che era successo, e gli spiegai che sarei guarita. I miei bambini erano ancora molto scossi per la morte del loro papa’. Si’, sarei stata di nuovo bene! Non sapevo se sarei potuta tornare nello show business. Mi sarebbe occorsa un’enorme forza, e non sapevo se sarei stata accettata da tutti con quel viso sfregiato.Subii dieci o undici interventi di chirurgia plastica per eliminare le cicatrici. Adesso canto di nuovo; recito per il Signore, e Lui mi ha accontentato. Ha fatto entrare nella mia vita un uomo meraviglioso, che e’ diventato un grande padre per i miei bambini. Cio’ che mi e’ successo e’ simile a cio’ che accade a un bambino che e’ totalmente assorbito in qualcosa. Mio figlio Gregory leggeva un libro, o guardava la TV, e io gli dicevo “Greg, vieni qua”, ma lui non sembrava ascoltarmi. Una volta chiesi al mio pediatra: “Pensa che il bambino sia sordo?””Ovviamente no”, rispose, “e’ solo molto concentrato. Se vuole avere la sua attenzione, Marguerite, vada da lui e lo scrolli un po’. Lui la guardera’. E allora lei gli potra’ parlare. “Fra me e il Signore le cose andavano proprio cosi’. Il Signore  voleva tutta la mia attenzione. Ma io non stavo facendo ancora quello che lui voleva esattamente che facessi. E allora Lui mi scrollo’ un po’: con un secondo cancro. Non volevo crederci.

Ma il tumore era li’. Affrontai settantadue ore di radiazioni, e un’altra operazione chirurgica. Fu allora che capii che l’angoscia puo’ uccidere. Rischiai di morire, perche’ ero piena di angoscia. L’angoscia si era completamente impadronita di me.Se c’e’ qualcosa che ho imparato in tutta questa esperienza, e’ che la mente ha un’importanza fondamentale. Cio’ su cui fissate i vostri pensieri si manifestera’ anche esternamente. Se siete dominati dall’angoscia e dalla paura, esse si proietteranno nella vostra vita esterna. E se invece vi concentrate sull’amore e sulla comprensione, anche questi stati d’animo si rifletteranno nella vostra vita esterna, e vi porteranno tutte quelle cose che Dio desidera che abbiate.” Concludo traendo da un altro libro del dr. Schuller, anch’esso non tradotto in italiano, “Life’s not fair, but God is good” (“La vita e’ ingiusta, ma Dio e’ buono”), un episodio piu’ breve, di cui l’autore si serve per esortarci a ringraziare sempre il Signore, per qualsiasi cosa ci succeda, anzi soprattutto per le cose negative e tristi. Si tenga presente che il reverendo Schuller ha fondato la Chrystal Cathedral, una chiesa tutta di vetro, che dev’essere un capolavoro dell’architettura moderna, a Garden Grove, in California (la potete trovare su Internet), e che trasmette settimanalmente in TV un programma religioso intitolato “The Hour of Power”: e’ quindi a capo di uno staff di collaboratori. Ecco l’episodio: La mia segretaria, venti anni fa, si chiamava Lois Wendell. Lavorava con impegno e devozione in questo ministero. Una sera ero a casa, e lei mi telefono’.

Aveva lavorato tutto il giorno, ma era uscita un po’ prima per andare dal medico. Ora sentii la sua voce esitante all’altro capo del telefono. “Bob, ho avuto cattive notizie. Il dottore mi ha detto che ho un cancro.”Mi accorsi che faceva fatica per trattenersi dal piangere, e le dissi: “Metti giu’, Lois. Arrivo subito”.Mi misi in macchina e raggiunsi la casa di Lois, nella zona ovest di Garden Grove. Lei mi stava aspettando sulla porta. Entrai in casa e dissi: “Preghiamo”. Improvvisai una preghiera strana e inusitata: ma Lois poi ne parlo’ spesso per dire quanto aiuto aveva ricevuto da quelle parole. Come Lois stessa poi ricordava, ogni frase di quella preghiera cominciava con un “Grazie!”. “Grazie, Signore, perche’ questo cancro e’ stato soperto subito. Grazie perche’ ci hai fatto vivere in America, dove sono disponibili molti tipi di cure. Grazie perche’ Lois ha una grande fede, e questa fede le fara’ superare anche questa prova.

Ti ringrazio anche perche’ Lois ha un marito e dei figli che le daranno forza in questo momento. E infine ti ringrazio perche’ stai ascoltando questa preghiera e ci stai rispondendo. Grazie, Signore, per questo cancro. Alleluia. Amen.” Lois continuo’ a vivere per molti anni, e alla fine il cancro la uccise. Ma il suo atteggiamento positivo sollevo’ il suo spirito, e, senza alcun dubbio, aggiunse anni alla sua vita, come anche vita ai suoi anni. Siate riconoscenti a Dio per qualsiasi cosa! Ho sessantadue anni [il libro e’ uscito nel ’91, n.d.t.], e mi stupisco ancora nel constatare che non e’ mai successo niente nella mia vita, incluse le tragedie e i disastri, che non si sia poi rivelato una benedizione nascosta.”

(Robert Schuller)