Cercare l’approvazione altrui è anch’esso un grande ostacolo per l’autenticizzazione, che è un modo per definire l’individualizzazione, cioè la maturazione spirituale. Riconoscendosi attraverso il riconoscimento altrui abbiamo bisogno di altri per valorizzarci, per definire il proprio valore. Certo, se la persona che approva ciò che facciamo è qualitativa, l’approvazione può essere un elemento molto positivo, ma l’Autenticità implica anche la libertà dalle opinioni altrui.
Libertà che non andrebbe intesa come fregarsene delle opinioni altrui. Anzi, è molto importante dare molta importanza alle giuste opinioni, perché sono indicazioni per liberarsi dall’errare. Trascendere le opinioni altrui significa aver realizzato opinioni di maggior qualità, che spiegano meglio anche le altrui opinioni. Nessuno è senza opinione, rari hanno le proprie: abbiano le nostre opinioni oppure siamo delle opinioni altrui? Disporre di opinioni qualitative significa anche poter discernere meglio, non facendosi fuorviare dalle opinioni sbagliate: opinione non è certo sinonimo di verità; maturare spiritualmente significa anche rendere ogni opinione verità, liberandosi dalle falsità.
Per favorire il trascendimento del meccanismo del bisogno di ottenere approvazione, è bene tener presente che gli altri non vedono noi, ma loro proiezioni basate anche sulle nostre vibrazioni. Essendo ogni esperienza interiore, non possiamo veramente percepire gli altri. Ciò che però possiamo, dobbiamo, fare è migliorare la qualità delle nostre elaborazioni, maturando la qualità del nostro Sentire e Discernere, per generare la massima chiarezza esperienziale e concettuale possibile.
Consideriamo anche che non disponendo di elaborazione qualitativa, gli altri non potranno vedere i nostri effettivi miglioramenti, perché succubi delle loro proiezioni distorte. Più precisamente, potranno notarli nella misura in cui sono in grado di discernere giustamente.
Prigionieri del culto della forma, caratterizzato dal non scorgere i processi dietro la stessa, alcuni potranno vedere soltanto miglioramenti della forma, per esempio: dimagrimento, ringiovanimento o nuovo taglio di capelli, oppure un miglioramento basato sulle loro idee di come dovremmo comportarci, oppure un miglioramento dello status sociale. Per molti, siamo diventati migliori, secondo loro, soltanto nella misura in cui siamo diventati più consoni alle loro proiezioni. Andrebbe fortemente considerato che effettivi miglioramenti, possono essere interpretati anche come peggioramenti, semplicemente perché guastano il giocattolo delle dinamiche viziate.
Dobbiamo migliorare noi stessi, semplicemente perché migliorando facciamo semplicemente ciò che dobbiamo fare in quanto evoluzione: evolverci. L’evoluzione che non si evolve qualitativamente è evoluzione malata. Dobbiamo migliorare soprattutto per noi stessi: non è sano legare il nostro miglioramento all’approvazione altrui, migliorare per essere approvati. Migliorare significa approvarsi: non migliorarsi è perpetuarsi come versione peggiore di se stessi, è essere impedimento per ciò che potremmo, dovremmo, essere.
Per scorgere il miglioramento vero è proprio, cioè il progresso spirituale, è necessaria la maturità spirituale occorrente per rilevare un determinato grado di consapevolezza. Possiamo vedere il grado evolutivo soltanto chi è meno consapevole di noi. Per chi è più consapevole di noi possiamo avere soltanto un’idea del suo grado di consapevolezza. È come su un sentiero di montagna, soltanto chi ha raggiunto un punto più elevato, può comprendere dove si trovano gli altri che lo seguono. Chi è più indietro può soltanto immaginare il punto più elevato. Certo può fare dei paragoni, ma la crescita spirituale è certamente meno lineare di un percorso di montagna, seppur molto articolato.