Mi rendo conto adesso, che il mio cammino non è terminato, e tornerò nel ciclo della trasmigrazione delle anime, nel samsara. Sò che prima o poi ci riincontreremo, e spero vivamente che quando ci rivedremo, tu sarai in grado di dirmi quale sia la cosa più importante correre dietro a migliaia di desideri o conquistarne uno solo.
Ti auguro ogni bene e felicità.
Il tuo Apo.
(Lettera del maestro morente a Tashi – dal film “Samsara“)

Bibliografia:
Samsara – Dalai Lama

L’ultimo viaggio – Stanislav Grov

L’ultimo

SAMSARA
Il termine sanscrito samsara indica, nelle religioni dell’India quali il Brahmanesimo,
il Buddhismo, il Giainismo e l’Induismo, la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita. È talora raffigurato come una ruota.

In senso lato e in un significato più tardo, viene ad indicare anche “l’oceano dell’esistenza”, la vita terrena, il mondo materiale, che è permeato di dolore e di sofferenza, ed è, soprattutto, insustanziale: infatti, il mondo quale noi lo vediamo, e nel quale viviamo, altro non è che miraggio, illusione maya.

Immerso in questa illusione, l’uomo è afflitto quindi da una sorta di ignoranza metafisica, ossia da una visione inadeguata della vita terrena e di quella ultraterrena:  tale ignoranza conduce l’uomo ad agire trattenendolo così nel sasara.
fonte: wikipedia

Estratto dal film Samsara – Pan Nalin