Māhamudhrā letteralmente significa: māha, grande, e mudhrā, gesto; non un gesto fisico e nemmeno l’atteggiamento superficiale che potenzia l’ego, ma l’attitudine pura del cuore, il gesto profondo che purifica, libera, apre la mente alla realtà ultima e, se teoricamente sembra un’impresa molto difficile, sul piano pratico disponiamo di uno strumento formidabile, la meditazione, che ci permette di procedere un passo dopo l’altro, di comprendere e applicare il LoJong e la saggezza: sono il sale dell’esistenza, ciò che dà sapore, senza di essi sarebbe molto difficile, anzi impossibile, purificare il cuore, vuotarlo da tutte le ingannevoli sovrastrutture, scoprirlo, liberarlo.

Per applicare questi mezzi di purificazione dobbiamo allenarci nella meditazione, dobbiamo imparare a calmare la mente. I tre aspetti principali del sentiero sono le motivazioni per iniziare ogni giornata in modo significativo, piacevole, gioioso.

Il Lo Jong e la saggezza con conoscenza della realtà ultima. Non si tratta di dover ottenere ad ogni costo la perfetta completa realizzazione, è sufficiente mantenere la motivazione, l’intenzione di sviluppare incessantemente queste tre qualità della mente e poco alla volta si familiarizza con il loro messaggio e ci si avvicina alla meta.

Altri preliminari alla Māhamudhrā, sono rappresentati dalla necessità di ottenere la calma fisica e mentale, la meditazione è essenziale per la conoscenza e tranquillità della mente, ma anche il corpo deve essere pacificato nell’armonia con mezzi appropriati come lo yoga. La mente e il corpo devono poter sentire la gioia, non bisogna forzare, non è una ginnastica faticosa, è un allenamento dolce ed efficace e bisogna dedicarvi tutto il tempo necessario, senza fretta.

Una volta raggiunta la capacità di rimanere stabili nella gioia tranquilla della mente e del corpo possiamo focalizzare l’attenzione su un oggetto qualsiasi che non deve essere né troppo illuminato né al buio, concentrandoci su di esso senza distrazioni, perché la mente è una scimmia impazzita, salta costantemente da un punto all’altro, è una bomba che può esplodere in qualsiasi momento distruggendo tutto.

Il primo passo è dunque la pacificazione fisica e mentale, mentre il secondo consiste nella capacità di osservare un oggetto, di analizzarlo in ogni dettaglio con rilassatezza, naturalmente, senza forzatura alcuna.

Questi sono gli esercizi da praticare durante il giorno, ma anche la notte prima di addormentarci possiamo mantenere lo stato meditativo visualizzando in noi una piccola luce bianca.

A qualsiasi livello della pratica è necessario essere diligenti, assidui, sereni, tranquilli, gioiosi senza costringersi a fare nulla, ma abbandonando definitivamente la pigrizia.

 

pubblicata da LAMA GESHE GEDUN THARCHIN il giorno Lunedì 15 marzo 2010 alle ore 1.14 ·