maestro-zen“Maestro, sono triste e malato.
Insegnami quel che devo sapere”.

“Figlio mio non c’è nulla da insegnare,
Né al di sopra, né al di sotto”.

“Maestro, io soffro. Sii la mia guida;
Certo la Via è sgombra.
Mostrami i gradini che devo salire
Per giungere alla libertà, ora e qui”.

“Figlio mio, se non posso fare di meno
Tuttavia non posso fare di più.
Infatti ognuno troverà da solo il fiume
E arriverà all’altra sponda.
I gradini sono molti. Primo, guardare
Per vedere le cose come sono
Accettando ciascuna come è veramente,
Una goccia di rugiada o una stella,
Quindi sapere che tutto è di tutto,
Del cielo, della terra o dell’inferno.
Tutto il bene è male, il male bene,
E tutto, figlio mio, è buono!”.

“Camminare senza sosta è arduo:
Più arduo ancora è incominciare!”.

“Col cuore e con la mente sforzati tuttavia
Di raggiungere la visione interiore.
Il sé che tu ami è solo una nebbia,
Trasudata dalla mente
Per offuscare la compassione del cuore
Per tutta la vita e tutta l’umanità.
Il Sè, la luce senza nome,
È lo specchio della Vacuità.
È, l’abbiamo e non l’abbiamo,
Corrotto e incorrotto.
E ora andiamo avanti. Io non guido.
Viaggiamo a fianco a fianco
Finché il cuore sarà l’amore stesso,
E l’amore stesso sarà morto”.

“Maestro, il tuo dito indica la Via;
La tua saggezza è mia amica.
Ma quando finirà il viaggio lungo e faticoso?”.

“Figlio mio, non c’è fine”.
(Christmas Humphreys)