Bisogna conoscersi come si è, e non come si desidera essere, che è puramente un ideale e pertanto cosa fittizia, irreale; solo ciò che è può venir trasformato, e non ciò che desiderereste fosse. Conoscere se stessi come si è esige una straordinaria vigilanza della mente, poiché ciò che è subisce trasformazioni ininterrotte, muta senza tregua, e per seguirlo rapidamente la mente non deve attenersi ad alcun dogma o fede particolare, ad alcuno schema di azione particolare.
Se seguirete qualche cosa, essere vincolati non servirà a nulla. Per conoscere se stessi, occorre la consapevolezza, la vigilanza della mente in cui vi sia libertà da tutte le fedi, da qualsiasi idealizzazione; poiché fedi e ideali non faranno che darvi un certo colore, pervertendo la percezione autentica. Se intendete conoscere che cosa siete non potrete né immaginare, né aver fede in qualcosa che non siete.
Se sono avido, invidioso, violento, servirà a ben poco avere un ideale di non violenza, di generosità.

Tratto da: “La prima ed ultima libertà” di Jiddu Krishnamurti