uomo_che_prega[1]La fede esige il pensiero, Dio non pensa, pertanto la fede non riguarda direttamente Dio, ma l’uomo e il suo bisogno di credere in Dio, anche come opportunità di ConoscerLo-ConoscerSi.

La fede può essere un modo di ricordarsi della presenza di Dio: può derivare dall’idea che Dio esiste o essere un modo per motivarsi a pensare  in modo più convinto che Dio esiste.

La fede in Dio dovrebbe comunque essere nobilitata dal ricordarsi che bisogna tendere ad Amare e a scoprire l’Origine dell’Amore, altrimenti la  fede non produce gli effetti illuminanti dovuti, tra i quali c’è l’orientamento verso il Bene.

Dio Origine è il potenziale Immanifesto di tutto ciò che può manifestarsi: Dio Origine è l’unico che ha la possibilità di manifestare! Il Vuoto Assoluto (Dio Origine) è lo stato Originale, tutto ciò che è manifesto è Originato da Dio Assoluto, proprio tutto: dalla malattia alla guarigione, dalla Pace ai conflitti, dalla Beatitudine alla sofferenza… Il concetto che tutto è nelle mani di Dio andrebbe compreso anche in questo senso: Dio Origine rende possibile sia il bene massimo sia il male massimo.

Dio Amore è, chiaramente, solo Amore, ma avere fede nell’Amore  non è sufficiente. Bisogna tendere a maturare la capacità di Amare, altrimenti si favoriscono fenomeni negativi, tra i quali le emozioni distruttive, espressioni distorte dell’Amore. La fede illuminante esige il pensiero consapevole e creativo, il pensiero meccanico o distruttivo favorisce fenomeni negativi, che concausano il manifestarsi distorto del potenziale Amore.

Temere Dio favorisce il manifestarsi della paura e delle sue conseguenze negative, tra cui l’allontanamento dalla possibilità di Amare: l’Amore è totalmente senza paure, temere Dio significa ostacolarsi la maturazione spirituale. Per fruire positivamente del potenziale Dio bisogna volgere verso Dio idee ed emozioni positive, espandenti, non restringenti. Dio Amore è l’Immensità ed è l’esperienza più positiva, chiaro che più sono positive le idee e le emozioni su Dio e più sono volte a liberarci dai limiti, più possiamo far risuonare Dio Amore in noi stessi. La fede dovrebbe essere un atto di ottimismo, un’apertura al miglioramento. Se crediamo in un Dio punitivo, la fede può facilmente essere uno strumento del pessimismo, peggiorativo. Temere Dio inteso come Amore significa temere, appunto, l’Amore; atteggiamento folle!

In un certo senso, però, temere Dio è, perlomeno parzialmente, profondamente razionale: essendo Dio Origine il potenziale immanifesto di tutto ciò che può essere manifestato, un atteggiamento negativo favorisce eventi nocivi. La paura di questa possibilità andrebbe però superata maturando la consapevolezza del pericolo (la cui qualità dipende anche da quanto si è liberi dalle paure) e il discernimento di ciò che è bene fare e ciò che è meglio non fare. In questo va considerato che la sofferenza, base esperienziale sostanziale dei mali dell’uomo, tende a produrre ulteriore sofferenza. Si dovrebbe dunque porre la massima attenzione alla liberazione dalla sofferenza, anche perché per liberarsi dall’afflizione bisogna maturare la buona abitudine di agire in modo illuminante, che è l’attitudine positiva primaria.

Convincendosi, anche se attraverso la preghiera, di essere dei peccatori, si creano sofferenza, emozioni e pensieri limitanti, che impediscono di scoprire l’Immenso e l’Infinito: si utilizza il potenziale Infinito (Dio Origine) per manifestare limitazioni. Assurdo! Soprattutto se consideriamo che la spiritualità dovrebbe portare a scoprirCi Immensi e Infiniti. La maturazione spirituale esige la liberazione dall’identificazione con il sé limitato, quindi anche dall’idea di essere dei peccatori. Il modo diretto di farlo è maturare la consapevolezza esperienziale, ma anche concettuale (soprattutto tendendo a comprendere le verità spirituali più profonde), per divenire Amore, l’Immensità stessa: il peccato può essere inteso come separazione da Dio, e quando Amiamo siamo Dio Amore stesso. Risolto il problema!

La fede in Dio dovrebbe liberarci dall’idea di essere separati da Dio. Non siamo mai separati da Dio Amore, siamo soltanto diversi da Dio Amore e “solo” quando non Amiamo. L’Amore è l’esperienza primaria che rende possibili tutte le altre esperienze, anche l’idea che siamo separati da Dio. Maturando la capacità di Amare, le esperienze che produciamo sono sempre più armonizzate con l’Amore e la differenziazione tra noi è Dio Amore scompare.  Il concetto di Dio in noi andrebbe inteso nel senso che quando non Amiamo soltanto una parte del nostro campo esperienziale è Amore, e questa parte è Dio Amore in noi, perché fa parte, appunto, del campo delle nostre esperienze. Quando, invece, Amiamo (o meglio: Siamo Amore), produciamo Amore come unica esperienza e non c’è più un Dio in noi, nel senso che allora il nostro campo esperienziale è tutto Dio Amore: siamo solo Dio Amore!

Non siamo mai separati nemmeno da Dio Origine, anche perché la separazione è un’esperienza e ogni esperienza esige il tempo spazio, mentre Dio Origine è il Vuoto Assoluto, Senzatempo, Senzaspazio.

In quanto individui possiamo divenire Dio Amore, semplicemente Amando, ma  non possiamo in nessun modo diventare Dio Origine: il Vuoto Assoluto è senza: Coscienza consapevolezza, individui, energia, materia… Maturando però la consapevolezza totale si scopre che Dio Origine è il Sé Reale, la Reale Identità: Ciò che si è in Realtà, in quanto Origine, non in quanto individuo, chiaramente.

Non basta avere fede in Dio, bisogna alimentarla in modo da manifestare positivamente il potenziale Dio Amore e, precedentemente, di Dio Origine.  Oltre ad avere fede in Dio, bisognerebbe avere fede, da maturare in certezza: nelle proprie possibilità espressive; nel fatto che Dio Origine è l’Onnipotente, anche perché è il potenziale di tutto ciò che può essere, e pertanto tutto è possibile; nella verità che alla base del nostro esserci c’è soltanto Amore e che agendo giustamente possiamo manifestarlo in ogni aspetto della vita, per Illuminarci e Realizzarci.

La fede in Dio dovrebbe maturare un rapporto con il Divino tale da liberarci da “noi stessi” (identità immaginata, falso io) e dal concetto di Dio non fondato sulla conoscenza di Dio. Per ambedue le cose è necessario ConoscerSi, Illuminarsi: la fede dovrebbe essere uno strumento di autoConoscenza! La fede illuminante lo è.

 Andrea Pangos