Cercherò di darvi alcuni esempi di come dovrebbe cominciare lo studio di noi stessi. Abbiamo già parlato del mentire e io ho dato una possibile definizione della psicologia come studio del mentire. Quindi una delle prime cose, e tra le più importanti per voi da osservare, è il mentire. Le nostre illusioni, convinzioni errate, punti di vista sbagliati e così via sono molto simili al mentire. Tutte queste debbono essere studiate perché, finché non cominciamo a comprendere le nostre illusioni, non potremo mai vedere la verità. In ogni cosa dobbiamo fin dal principio separare le nostre illusioni dai fatti. Soltanto allora sarà possibile vedere se possiamo realmente apprendere qualcosa di nuovo.

Una delle più importanti e più difficili illusioni da debellare è la nostra convinzione di poter ‘fare’. Cercate di comprendere ciò che questo significa. Noi pensiamo di fare un piano, di decidere, di cominciare e finire ciò che ci pare, ma il sistema spiega che l’uomo 1, 2 e 3 non può ‘fare’, non può far nulla, ogni cosa gli accade. Ciò può parer strano, particolarmente ora che ognuno pensa di poter far qualcosa. Ma, poco a poco, comprenderete come parecchie cose che siamo abituati a dire sull’uomo in generale potrebbero essere vere soltanto se dette sull’uomo di livello superiore e che non si applicano all’uomo del nostro basso livello. Se dite che l’uomo può ‘fare’, ciò sarebbe giusto nei riguardi dell’uomo n. 7 o n. 6. Persino l’uomo n. 5 può fare qualcosa in confronto a noi, ma noi non possiamo far nulla. Potreste dire anche chepensate che l’uomo ha consapevolezza. Ciò sarebbe giusto in relazione all’uomo n. 5 ‘ 6 o 7, cominciando dal n. 5; e se voi diceste che l’uomo ha coscienza, ciò sarebbe giusto in relazione all’uomo n. 4, ma non in relazione all’uomo n. 1, 2 e 3. Dobbiamo cominciare a distinguere a quale categoria di uomo si riferiscono le cose, perché alcune cose sono giuste in relazione ad una categoria ma errate in relazione ad un’altra.

 È  importantissimo comprendere che l’uomo non può ‘fare’ perché questa è la base della nostra visione di noi stessi, e persino quando diveniamo delusi di noi stessi pensiamo che altre persone possano ‘fare’. Non possiamo accettare completamente e pienamente che le cose accadano meccanicamente e che nessuno gli dia una spinta. Da principio è difficile vedere ciò su grande scala, ma lo vedrete prestissimo in voi stessi. Nello studio di voi stessi, se cercate di fare determinate cose che generalmente non fate, per esempio se cercate di ricordare voi stessi, se cercate di essere consci di voi stessi, allora vedrete prestissimo se potete ‘fare’ qualcosa o no. E, nella maggioranza dei casi, vi accorge­rete di non poterla fare.

D. Se non possiamo far nulla di noi stessi come uomini 1, 2 e 3, dob­biamo rivolgerci a quálche potere esterno per essere consci?

R. Non esistono poteri esterni cui possiamo rivolgerci perché siamo meccanicí. Non possiamo far nulla, ma esistono differenze nel fare e l’osservazione di voi ve lo mostrerà; per esempio, possiamo dar prova di una certa resistenza. Possiamo avere qualche desiderio, qualche ten­denza, ma possiamo opporle resistenza e possiamo continuare a resi­stere ogni giorno. In cose di piccolissima importanza abbiamo scelta, cosi, sebbene non possiamo ‘fare’ tra virgolette, ci sono parecchie pic­cole cose che ora possiamo fare. Per esempio, possiamo cercare di essere consci di noi stessí. Certamente non lo possiamo fare per lungo tempo.

Ma ci proviamo o. no? Questo è il problema, Osservando queste nostre diverse azioni vediamo che, come principio generale, anche se l’uomo 1, 2 e 3 non può ‘fare’ nulla, se è interessato in qualcosa, se comincia a desiderare qualcosa più delle cose comuni, allora egli non sta sempre allo stesso livello e può scegliere momenti in cui può cominciare a fare in un senso assai elementare.

Un altro importantissimo problema da considerare è l’idea di bene e di male, in questo sistema, perché generalmente le idee della gente su questo argomento sono assai confuse ed è necessario che stabiliate da voi stessi come comprenderle. Dal punto di vista del sistema ci sono due cose soltanto che possono essere confrontate e viste nell’uomo: la manifestazione delle leggi meccaniche e la manifestazione della consape­volezza. Se volete trovare esempi di ciò che potete chiamare bene o male, per arrivare ad un certo standard, vedrete immediatamente che quanto noi chiamiamo male è sempre meccanico, non può mai essere consapevole; e ciò che chiamiamo bene è sempre consapevole, non può essere meccanico. Ci vorrà molto tempo prima di scorgere la ragione di ciò, in quanto queste idee di meccanico e di consapevole sono con­fuse nella nostra mente. Non le descriviamo mai nella maníera giusta, questo è quindi il prossimo punto che voi dovete considerare e stu­diare.

Inoltre, nei riguardi del problema di bene e male, dobbiamo cercare di comprendere le posizioni relative di morale e coscienza. Cos’è morale e cos’è coscienza? Possiamo dire prima di tutto che la morale non è costante. È  diversa in paesi diversi, in secoli diversi, in diverse decadi, in diverse classi, con gente di diversa educazione, e così via. Ciò che può essere morale nel Caucaso può essere immorale in Europa. Per esempio, in alcuni paesi la vendetta di sangue è cosa moralissima; se un uomo rifiutasse di uccidere qualcuno che ha ucciso un suo lontano zio, sarebbe considerato ímmoralissimo. In Europa invece nessuno la penserebbe così; in realtà la maggioranza delle persone considererebbe che per un uomo è profondamente immorale uccidere chiunque, persino un parente di qualcuno che ha ucciso suo zio. Perciò la morale è sempre differente, cambia sempre. La coscienza invece non cambia mai. La coscienza è un tipo di comprensione emotiva della verità in determinate relazioni definite, generalmente in rapporto al comportamento, alla gente, e così via. Essa è sempre la stessa; non può mutare e non può differire in una nazione o nell’altra, in un paese o nell’altro, in una persona o nell’altra.

Cercate di collegare nella vostra mentre quanto ho detto circa lo studio di bene e male, meccanicítà e consapevolezza, morale e coscienza, e poi ponetevi la domanda: ” L possibile il male conscio ». Ciò richierà studio e osservazione, ma dal punto di vista del sistema esiste un principio ben preciso che il male conscio è impossibile; la meccanicità deve essere inconscia.

D. L’idea del male che deve essere sempre inconscio è piuttosto diffìcile da comprendere. Ce la potetie spiegare un po’ più diffusamente?

R. Ho detto, prima di tutto cercate,dí trovare da voi ciò che chiamate male, non mediante definizioni ma mediante esempi. Quando avrete un certo numero di esempi, doni andatevi: Potrebbero questi essere consci? Possono cose cattive esser fatte consciamente?”. In seguito vedrete che possono esser fatte soltanto inconsciamente. Un’altra risposta è che tutto quanto chiamate male può accadere meccanicamente, e accade sempre ‑meccanicamente, perciò non ha bisogno di consapevolezza.

Ho detto che voi dovreste studiare le idee di questo sistema prin­cipalmente in relazione all’evoluzione dell’uomo, e ho spiegato che per evoluzione dobbiamo intendere un processo cosmico e sforzi consci, continui e connessi. Non esiste evoluzione meccanica come è qualche volta intesa. L’evoluzione, se è possibile, può essere soltanto conscia e il principio dell’evoluzione è sempre l’evoluzione della consapevolezza, non può essere l’evoluzione di niente altro. Se la consapevolezza comin­cia ad evolversi, anche altre cose cominciano a crescere e ad evolversi.

Se la consapevolezza rimane allo stesso livello, ogni altra cosa rimane allo stesso livello.

Ci sono varie cose che è importante comprendere fin dal principio per quanto riguarda l’evoluzione. Prima, che in una grandissima quantità di uomini 1, 2 e 3, soltanto pochissimi possono divenire n. 5, 6 e 7, o addirittura cominciare. Ciò deve essere ben compreso, perché se cominciamo a pensare che ognuno si può evolvere, cessiamo di comprendere le condizioni necessarie per il principio dell’evoluzione come ve le ho descritte nell’esempio dell’evasione di prigione.

Da .”La Quarta Via” di P.Ouspensky

articolo tratto dal sito  www.gianfrancobertagni.it
testo di Ouspensky, presentato da Claudio Buffa

La Quarta Via
Discorsi e dialoghi secondo l’insegnamento do G.I.Gurdjieff

Voto medio su 2 recensioni: Buono

€ 24

Bibliografia di Peter D. Ouspensky

 

OuspenskyPëtr Demianovič Ouspensky o Uspensky o Uspenskij in russo: Пётр Демьянович Успенский[?] (Mosca, 5 marzo 1878 – Lyne Place, 2 ottobre 1947) è stato un filosofo russo. Il suo pensiero combina la personale vocazione mistica alla riflessione analitica e psicologica. Nel periodo moscovita scrisse per numerosi giornali; fu particolarmente interessato all’idea della quarta dimensione (il tempo). Ebbe rapporti con il mistico greco armeno Georges Ivanovič Gurdjieff. (fonte wikipedia)

Bibliografia su Gurdjieff