Non sapremo mai quanto può fare un semplice sorriso

Non ricorriamo a bombe e cannoni per conquistare il mondo. Ricorriamo all’ amo­re e alla compassione. La pace inizia con un sorri­so. Sorridete cinque volte al giorno a qualcuno cui in realtà non avreste la minima intenzione di sor­ridere. Fatelo per la pace. Irradiamo la pace di Dio e accendiamo in tal modo la Sua luce e spegniamo nel mondo e nei cuori di tutti gli uomini tutto l’o­dio e l’amore del potere. Sorridiamoci a vicenda. Non è sempre facile. A volte ho difficoltà a sorri­dere alla mia consorella, ma allora prego.

Dio ama il mondo per il tramite vostro e mio. Siamo noi quell’amore e quella compassione? Cristo è venuto sulla terra a rappresentare la compassione del Padre. Dio ama il mondo per il tramite tuo e mio e di tutti coloro i quali rappre­sentano il Suo amore e la Sua compassione nel mondo.

C’è molta sofferenza nel mondo, moltissima. La sofferenza materiale è la sofferenza di chi ha fame, di chi non ha una casa, di chi è malato, ma conti­nuo a ritenere che la sofferenza più profonda sia quella di chi è solo, di chi non si sente amato, di chi non ha nessuno. Sono giunta a rendermi conto sempre più intimamente che la peggior malattia che un qualsiasi essere umano possa mai speri­mentare è quella di non essere desiderati.

In questi tempi di sviluppo, il mondo intero corre e ha una gran fretta. Ma vi sono quelli che cadono lungo il percorso e non hanno la forza di proseguire. Sono questi coloro di cui dobbiamo preoccuparci.

Dobbiamo essere molto sinceri nei nostri vi­cendevoli rapporti, e avere il coraggio di accettar­ci a vicenda come siamo. Non sorprendiamoci, né preoccupiamoci dei nostri errori; cerchiamo e tro­viamo invece ciò che c’è di buono nel nostro pros­simo, perché ciascuno di noi è stato creato a im­magine e somiglianza di Dio. Gesù l’ha espresso in modo esemplare: “Io sono la vite, voi siete i tralcio. La linfa vitale che dalla vite fluisce in ogni tralcio è la stessa.

Sii gentile nelle tue azioni. Non credere di essere l’unico capace di svolgere un lavoro efficiente, un lavoro degno di essere esibito. Ciò ti rende duro nel giudicare gli altri che forse non possiedono le stesse doti. Fa’ del tuo meglio e confida che gli al­tri facciano del loro meglio. E sii fedele nelle pic­cole cose perché è in esse che risiede la tua forza.

I Vangeli ci ricordano che Gesù, prima di predica­re alle genti, provò compassione per le moltitudi­ni che lo seguivano. A volte la provava al punto di dimenticare di mangiare. In che modo mise in pratica la sua compassione? Moltiplicò i pani e i pesci per soddisfare la loro fame. Diede loro da mangiare finche non furono completamente sazi, e avanzarono ancora dodici canestri colmi di cibo. Soltanto allora iniziò a predicare.

Amandoci l’un l’altro attraverso le nostre opere, procuriamo un aumento di grazia e una crescita nell’amore divino.

(Madre Teresa di Calcutta – “Nel cuore del mondo”)