IL MIO VOLO VERSO LA LIBERTA’

Estratto dal libro “Il mio volo verso la libertà” – Eileen CaddyEdizioni Amrita

CAPITOLO I

Eileen Caddy - Il mio volo verso la libertà

L’autrice Eileen Caddy è nota in tutto il mondo per aver fondato, con altre due persone, la famosa comunità di Findhorn, in Scozia, e per essere stata guidata, in questo, da quello che chiama “La Voce interiore”, di cui descrive in questo libro il primo manifestarsi e le conseguenze che ciò ebbe sulla sua vita: il dono della Rivelazione è un dono scomodo, perché non è più possibile, dopo, continuare a vivere secondo i vecchi schemi.

 

In una visione mi fu mostrato un uccellino che imparava a volare. I suoi sforzi erano molto deboli, ma via via che usava sempre più le ali esse si rinforzavano, finché trovò la libertà del volo e fu capace di innalzarsi a grandi altezze e di volare per lunghi tratti senza sforzo. Udii le parole: «La fede viene con la pratica; vivi di fede, finché essa diviene irremovibile,
come una roccia, e troverai la vera libertà dello spirito.» Trassi un profondo respiro e guardai il mare di facce davanti a me: quattromila persone e tutte che mi guardavano, in trepida attesa di sentirmi parlare della pace.

Provavo quella strana sensazione di avere “le farfalle nella pancia” e mi venne alla mente l’assurdo ricordo di un amico che mi aveva detto che andava benissimo avere “le farfalle nella pancia” purché volassero in formazione! Rimasi completamente immobile per un secondo. «Ti prego, Signore, aiutami! — bisbigliai in cuor mio. — Ho detto che soltanto con il Tuo aiuto ce l’avrei fatta.» Funzionò istantaneamente: cominciai a vedere tutte quelle migliaia di persone come parte della mia famiglia e non ebbi più paura; mi sentii avvolta in una grande onda d’amore per ciascuno di loro, in quel vasto auditorium in India, e seppi che la sola cosa da fare era di condividere ciò che avevo nel cuore. «Com’è facile — iniziai — per ciascuno di noi dire che vuole la pace universale, ma anche che non c’è niente che possa fare per ottenerla: dopo tutto, che cosa conta una persona sola? È meglio lasciar fare i politici. Che cosa facciamo, dunque? Ci nascondiamo nei nostri 8 Eileen Caddy piccoli gusci e lasciamo che il problema della pace nel mondo si dilegui sullo sfondo perché ci sentiamo impotenti. Che cosa posso fare io, come individuo? Dov’è la mia responsabilità? Posso parlare di pace universale, ma non basta; posso scriverne, spedire opuscoli, partecipare a marce di protesta, ma tutto ciò non crea la pace; possiamo anche promuovere grandi conferenze internazionali sulla pace, ma neppure queste sono in grado di realizzarla. Tutti agognamo alla pace eppure ce ne occupiamo nel modo sbagliato: invece di cominciare dall’alto, dovremmo partire dal basso. Noi siamo ciò che pensiamo, una nazione è ciò che pensano i suoi cittadini: se il loro atteggiamento è aggressivo o difensivo, certamente darà luogo alla guerra.

Quando nel cuore di una nazione vi è gelosia, cupidigia e odio, nessun discorso sulla pace potrà farla nascere. Cambiate il modo di pensare, la coscienza di una nazione e vedrete che cambierà anche la sua politica estera. Il mondo può salvarsi dalla distruzione soltanto con un cambiamento di coscienza: questo non si ottiene facendo delle prediche alla gente o criticando un governo, poiché non sono gli altri che devono cambiare, siamo noi stessi.  La pace universale comincia dentro ogni individuo, comincia con voi e con me. È come un sasso gettato in uno stagno: le onde si espandono tutt’intorno, ma iniziano esattamente dal centro. Possiamo cominciare a fare qualcosa proprio adesso: guardiamo dentro ai nostri cuori. Che sta succedendo nelle nostre vite, nella nostra famiglia, sul posto di lavoro? Quali saranno le conseguenze di quella lite furibonda che ho avuto ieri con mio marito? E che dire della persona che avete incontrato la settimana scorsa giurando che non le parlerete mai più, perché si è rifiutata di capire il vostro punto di vista? È qui che la pace finisce e comincia la guerra. Fintantoché non riusciamo a portare armonia nella nostra vita quotidiana e ad imparare ad amare chi ci sta intorno, come possiamo sperare di portare la pace universale nel mondo? Sono l’amore, la comprensione e la tolleranza che conducono alla pace. Ciascuno di noi può diventare parte della malattia o parte della cura: dipende da noi.

C’è tanta negatività nel mondo! Basta leggere un giornale o accendere il televisore per essere bombardati da pensieri negativi e distruttivi. La vostra reazione ad essi è d’importanza capitale: potete assorbirli e lasciare che vi deprimano finché anche voi Il mio volo verso la libertà diventate parte della negatività che vi circonda, oppure potete irraggiare sulla situazione il vostro amore e contribuire a trasmutarla. La negatività è come una nuvola nera che vi può avvolgere, a meno che la luce dentro di voi non sia così forte da dissolverla. Non smettete mai di irradiare luce: quanti più di noi lo fanno e ne comprendono l’importanza, tanto più rapidamente spariranno negatività e oscurità, e la pace regnerà sulla Terra. Lasciamo che ci sia luce, sempre più luce dentro ciascuno di noi. Una persona di pace non si oppone alla guerra, ma pratica la pace. Se prendiamo partito, pratichiamo l’attacco, e il contrattacco difensivo è causa di guerra, poiché noi coltiviamo la guerra nella nostra stessa mente. Non possiamo batterci per la pace. Non si può sapere qual è la vera natura della pace fintantoché non ci si sente in pace nel proprio cuore, e la strada per arrivare a ciò è la preghiera costante, quello che io chiamo il “lavoro interiore”; e tutti noi lo dobbiamo fare, non una volta tanto, ma costantemente: questo è ciò che condurrà alla pace.

Per capire il vero significato di pace, distogli lo sguardo dalle apparenze, chiudi gli occhi e rimani quieto: ferma l’attività dei sensi, respira profondamente e lascia che pensieri di pace fluiscano nella tua coscienza, lascia che il tuo cuore si riempia d’amore e di gratitudine e riversa il tuo amore nel mondo intorno a te, vedendolo con gli occhi della mente integro, gioioso, pacifico. Pratichiamo la pace iniziando la giornata in uno stato d’animo pacifico, svegliandoci con pensieri di pace da portare con noi nella vita quotidiana. Senza amore non vi può essere unità: l’amore è la chiave che apre tutte le porte, il balsamo che lenisce tutte le ferite, la luce che illumina l’oscurità. L’amore unisce, integra, crea unità. L’amore ci fa desiderare di dare sempre più dei nostri talenti, il nostro servizio, la nostra vita. L’amore rende la vita degna di essere vissuta, e dove c’è amore, c’è pace: se ci ameremo l’un l’altro, non ci metteremo a guardare e a criticare il modo di vivere altrui, né la religione, i rituali, le credenze e le tradizioni degli altri. Quando siamo in pace con noi stessi non cerchiamo più di cambiare il nostro prossimo, e le nostre diversità non ci fanno più paura. Quando ci rilassiamo e lasciamo che la pace ci riempia il cuore e la mente e sentiamo l’unità del tutto, noi andiamo al di là dell’esterio – rità, proprio fino al cuore, dove non c’è separazione alcuna: mentre Eileen Caddy operiamo questi cambiamenti in noi stessi, ci accorgiamo che si sono verificati anche in chi ci sta intorno. Quando saremo perfettamente in pace nel nostro intimo, tutti i conflitti spariranno e vedremo l’umanità con occhi d’amore, e allora sapremo che, in verità, agli occhi di Dio siamo tutti uno, poiché Dio è Amore. Ricordiamoci che siamo quello che pensiamo, e quello che pensiamo lo creiamo. Siamo co-creatori con Dio.» Vi fu un momento di silenzio, poi un applauso scoppiò in crescendo e io mi afferrai al podio, guardando stupita quei quattromila visi rivolti verso di me.

Com’era possibile che fossi proprio io, lì in piedi, davanti a questa immensa folla, e per di più in India? Due mesi prima, mentre aprivo la posta nella piccola roulotte che è la mia casa nella Fondazione Findhorn, nel nord della Scozia, avevo trovato una lettera in cui mi si invitava a parlare a un grande Congresso Internazionale per la Pace in India. A quel tempo, nelle mie preghiere e meditazioni avevo affermato che volevo cambiare e crescere spiritualmente e che ero disposta a fare qualunque cosa per ottenerlo, ma questo era troppo! Andare in India? Da sola? Decisi che non avrei assolutamente potuto  farlo e declinai l’invito.

Poi successe qualcosa di strano: mi si irrigidì la schiena e il dolore era tale che dovetti restare a letto per diversi giorni: giacevo lì, con un dolore insopportabile e cercavo in me stessa la possibile causa del problema, o almeno un indizio, per trovare un po’ di sollievo. E quello che sentivo era: «Vai in India!» «Che assurdità — pensai — è così lontano e non ho certo i soldi per il viaggio. Comunque, non ho niente da dire, e poi non posso andare in India da sola.» La lista di ragioni per non andare non finiva più, ma il dolore alla schiena persisteva … Alla fine, per la disperazione, smisi di opporre resistenza e decisi di andare in India. «Ma non posso farlo da sola — pensavo — avrò  bisogno dell’aiuto di Dio per cavarmela, questa volta.» Appena ebbi preso la decisione e spedito la lettera, accettando l’invito, il dolore si calmò e tutto cominciò ad andare a posto: ebbi i biglietti, i soldi per le spese, e trovai perfino la persona per accompagnarmi; così mi resi conto che doveva essere giusto che facessi questo viaggio e che era stata la mia resistenza a causarmi il dolore alla schiena. Il Congresso per la Pace era molto più affollato di quanto avessi immaginato.  Intraprendere quel lungo viaggio per presenziare all’avvenimento era stato già un ostacolo abbastanza grande da  sormontare, ma, quando arrivai là, mi fu detto che ero in effetti un ospite d’onore, e mi fu chiesto di presenziare anche alla cerimonia di apertura oltre che di fare un discorso.

Soltanto salire la lunga scalinata fino al palco e tagliare il cordone di fiori, con la folla che si accalcava e spingeva dietro di me, fu una dura prova. Il fatto che riuscii a mettere assieme un discorso coerente mi fece rendere conto ancora una volta che da sola non posso fare nulla, ma con l’aiuto di Dio posso fare tutto. Imparare a rivolgermi al mio essere interiore per ricevere la guida di Dio è diventato lo scopo della mia vita. Uno dei risultati più palesi di questo è stata la fondazione della comunità di Findhorn nel 1962, basata interamente sulla guida che ricevevo dal Dio interiore. Quando andai in India nel 1984, la comunità aveva ventidue anni, e da un piccolo nucleo familiare abitante in una roulotte era diventata una comunità di 250 membri residenti, che ogni anno ospita circa tremila persone: essa è ancora situata nello stesso campeggio per roulottes dove ha avuto inizio, ma adesso è proprietaria del terreno e sta cominciando a espandersi in nuove forme di rapporto con l’area locale. Nonostante la sua espansione, ha mantenuto l’integrità del gruppo originale, e rimane un centro spirituale, dedicato a vivere in armonia con tutte le forze di vita sul pianeta. Il nucleo delle credenze dei membri è ancora la convinzione che Dio, la forza creativa della vita, è presente in tutto e in tutti, e che è possibile, anzi essenziale, portare armonia e pace in ogni aspetto della vita.

Ciò che era iniziato con alcune persone “eccentriche”, apparentemente occupate in attività stravaganti che destavano diffidenza, è diventato un luogo di sostanza e stabilità ed un simbolo di speranza per molte persone nel mondo. Ho deciso di scrivere questo libro perché credo che tutti, nel nostro intimo più profondo, aspiriamo alla libertà, la libertà e la gioia dello spirito. La mia vita è consacrata a muovermi in quella direzione; ho imparato ad ascoltare la voce di Dio dentro di me attraverso molte prove, lottando con la mia incredulità e la mia resistenza al cambiamento, alla crescita e a nuove idee. Ora che ho trovato la libertà dello spirito, è così meraviglioso che mi domando perché mai opponessi tanta resistenza.

Spero che, leggendo la mia storia, scoprirete che, come io sono passata attraverso situazioni apparentemente impossibili e  ne sono emersa trionfante con l’aiuto di Dio, così potete fare anche voi. Ho dedicato la mia vita a quanto vi è di più alto, costi quel che costi. Racconto la mia storia nella speranza che possiate imparare qualcosa che vi renda più facile e più gioiosa la strada per trovare voi stessi e il vostro Dio interiore. Se nella mia vita c’è qualcosa che vi può servire, ve l’offro con amore.

Estratto dal libro “Il mio volo verso la libertà” – Eileen CaddyEdizioni Amrita