Guruji prosegue: “Non dobbiamo mai concentrarci sui difetti altrui… ‘Non giudicate, per non essere giudicati’. Questa è l’illusione, interessarsi alle mancanze degli altri, quando si deve fare una grande pulizia nella propria casa mentale. Per prima cosa, pulisci la tua casa”.

Il devoto che voglia conoscere Dio deve imparare a essere più silenzioso e ad ascoltare la voce interiore dell’Amore. Deve imparare a vivere l’amore, a metterlo in pratica prima nel cuore e poi a manifestarlo esteriormente.

Quante volte nella vita offendiamo la gente con le nostre parole e le nostre azioni.

E` quello che si chiama crudeltà mentale, peggiore sotto molti aspetti della brutalità fisica.

Non dite mai niente sotto l’impulso della cattiveria. Meglio ‘cucirsi le labbra’, se non si può parlare col cuore sgombro dalla meschinità. Il desiderio di ferire qualcuno – figlio, marito, genitori – è una brutalità.

La scienza dello yoga aiuta l’uomo a superare le sue debolezze. Gli insegna a cambiare se stesso, le sue abitudini quotidiane, affinché diventi un essere migliore e non soltanto quello che si dice ‘un Angelo nella strada e un demonio in casa’: chi fa, cioè, dei bei discorsi di fronte agli estranei, ma in casa propria è tutt’altro genere di persona. Lo yoga insegna l’introspezione, “vedere noi stessi come ci vedono gli altri”, come dice Robert Burns. Lo yoga dà questo potere. Abitua il devoto a vedersi come lo vedono gli altri, non come lui pensa di essere: e fra le due cose c’è una grande differenza.  “Come sono io in realtà? Sono ingiusto? Provo piacere nel ferire la gente, nel parlare male degli altri? Se è così, farei meglio a superare queste pessime abitudini”. Questo è quello che si intende per introspezione.

Proprio il primo sloka (versetto) della Gita dice simbolicamente: “Adunate sul campo di battaglia della mia coscienza stanno le mie buone e le mie cattive qualità. Come è andata oggi? Chi ha vinto?”. Sono stato calmo nel caos? Ho detto delle parole gentili, quando invece avevo voglia di dire una cattiveria per ferire qualcuno? Sono stato altruista, oppure ho tenuto per me la parte migliore?”.

Vivete interiormente una vita di amore. Quando sentite il bisogno di fare, o dire qualcosa di spiacevole, colmate il vostro cuore di pensieri di amore; poi esprimeteli esteriormente con qualche atto gentile, o qualche gesto premuroso.

Siate come un fiore; se cogliete una rosa e la schiacciate tra le mani, essa sprigiona una dolce fragranza. Così deve essere il devoto di Dio. Per quanto sia schiacciato dalla cattiveria altrui, sprigiona la dolce fragranza del perdono e della bontà. Così era San Francesco. Tutti i santi manifestano compassione e bontà.  L’uomo divino non cerca mai di giustificarsi. Una grande pace discende nella sua anima.

Egli è molto più attento a ciò che Dio pensa di lui che non a quello che pensano gli altri. Dio è l’amore più importante della sua vita e l’uomo divino non Gli antepone altri dei. Diceva Guruji: “Se tutto il mondo ti onora, ma Dio no, in realtà sei povero perché, un giorno, quando ti sarà dato l’annuncio di abbandonare questa dimora corporea, dovrai lasciare tutto. Ma se hai l’approvazione di Dio, possiedi tutto, perché porterai con te il Suo consenso nel grande aldilà”.

L’uomo divino si preoccupa del proprio comportamento verso gli altri. “Sono gentile? Ho dei pensieri gentili? Parlo con gentilezza? Faccio del bene in questo mondo?”. Non pensa che sia necessario essere un grande maestro per poter fare del bene agli altri.
No. Dovunque si trovi, qualunque cosa faccia, vuole semplicemente fare del bene. Come un fiore profumato attira sciami di api, così l’uomo divino genere attira sciami di devoti.

Questo è un altro esempio che piaceva a Guruji: “Le mosche amano ronzare attorno alla sporcizia. L’ape vuole andare soltanto là dove può raccogliere il dolce nettare. Non mi piace vedere la gente comportarsi come le mosche, affollarsi dovunque vi siano brutture, pettegolezzi, cattiverie, bassezze, odio, gelosia, invidia, bigottismo e pregiudizi. Vorrei invece vedere un giardino profumato dove fioriscono le virtù dell’anima, dove le api umane siano attratte dal miele divino dell’amore, della bontà e della pietà”.

Quando dico queste parole risuona un’eco nel cuore di ciascuno di voi. Perché? Perché esprimono la natura stessa della vostra anima. Non faccio altro che ricordarvi ciò che siete: anime fatte a immagine del vostro Amato.

“Non avrai altro Dio all’infuori di Me…. Io, il Signore Dio tuo, sono un Dio geloso”.

Ora potete capire meglio quello che Dio intende: quando manifestiamo le qualità divine, innate in ognuno di noi, non abbiamo altri dei – gelosia, avidità, odio, o altro – perché abbiamo dato a Lui, alle Sue qualità, ai suoi ideali, il primo posto nella nostra vita.

< Un’esperienza con la Madre Divina>

Queste parole sono così splendide; riguardano un’esperienza che il Maestro ha avuto qui a Encinitas. Guruji dice: “Mentre gli altri sprecano il loro tempo, meditate e vedrete che il silenzio della meditazione vi parlerà. ‘Chiama la Madre mia con l’Anima; nel mistero non può restare. Esci dal cielo silenzioso, esci dalla vallata, dalla mia anima segreta, dalla grotta del silenzio’. Vedo lo Spirito Divino che si manifesta ovunque nelle sembianze della Madre.

Come l’acqua si congela e si trasforma in ghiaccio, così, con l’intensità della mia devozione, lo Spirito si cristallizza e prende forma. Se soltanto poteste vedere i meravigliosi occhi della Madre che ho visto la notte scorsa. Il mio cuore è pieno di una gioia eterna. La piccola coppa del mio cuore non può contenere la gioia e l’amore che ho visto in quegli occhi che mi guardavano, sorridendo a tratti. Io Le dissi: ‘Oh, e la gente dice che sei irreale!. E la Madre Divina sorrise. ‘Tu sei reale mentre tutto il resto è irreale’. E la madre Divina sorrise ancora. Pregai: ‘Madre, sii reale per tutti’. E scrissi il Suo nome sulla fronte dei pochi presenti. Satana non potrà mai impadronirsi della loro vita”.

Qualcuno potrà chiedersi perché Guruji si riferiva a Dio come Madre Divina. Talvolta si rivolgeva a Dio come Padre, altre volte come Madre. In senso stretto Dio è senza forma, ma il devoto può scegliere di adorare qualsiasi aspetto di Dio che più lo attragga. A volte desideriamo pensare a Dio come Spirito assoluto; ma, spesso, l’essere umano preferisce pensare che abbia una forma fisica. Per molte vite siamo stati racchiusi in una forma, e perciò non possiamo fare a meno di pensare a Dio senza attribuirgli l’Assoluto in qualche immagine. Questa non è idolatria. Non racchiudiamo la Coscienza Cristica nella bella immagine di Gesù, ma l’Infinito non si limita ad essa. Come mai guardando un’immagine di Gesù molti di noi si sentono elevati? Perché ricordano la sua compassione, la sua misericordia, il suo meraviglioso amore per l’umanità. Se non ne vedessimo la forma, probabilmente non proveremmo questi sentimenti con la stessa intensità.

Dice ancora Guruji: “La gioia che sento giorno e notte è così grande. Il giorno sfuma nella notte ed io dimentico completamente il tempo. Non ho più bisogno di meditare adesso, perché Colui su cui ho meditato è diventato tutt’uno con me. A volte respiro, a volte non respiro. A volte il mio cuore batte, a volte no. Mi accorgo di aver abbandonato tutto, eccetto quell’unica coscienza. Che il meccanismo fisico sia un funzione, o meno, vedo la grande luce di Dio. Questa è la mia gioia”. Questo è l’ultimo traguardo che raggiunge chiunque abbia comunicato con Dio. Si accorge che, sebbene risieda in una forma fisica, la sua coscienza si espande al di là della forma stessa.

Per concludere, desidero leggervi questo pensiero di Guruji: “Anche se Dio inviasse per redimervi diecimila esseri simili a Gesù Cristo, non potrete essere redenti finché voi stessi non vi impegnerete personalmente. Non c’è anima grande che possa aiutarvi se non vi aiutate da soli. La legge divina non ha limiti. Voi siete già figli di Dio. Impegnatevi. Imparate a conoscere la legge di Dio; meditate ogni giorno e così raggiungerete la vostra meta divina.

Meditate la mattina e la sera. Immergetevi sempre più profondamente nella meditazione. Meditate la sera fino a tardi, e durante la notte. Non pensate di aver bisogno di tanto sonno”. Questo è vero. Chiunque di voi abbia meditato molto profondamente sa che durante la meditazione il corpo e la mente godono di un riposo completo, superiore a quello che si può trovare nel regno subconscio del sonno. Nel sonno sogniamo e non sempre troviamo un vero riposo per il corpo o per la mente. Ma nella meditazione profonda il corpo e la mente entrano in uno stato di tranquillità assoluta e di pace assoluta.

Dovete immergervi profondamente nel desiderio di Dio se veramente Lo volete. AmateLo con tutto il cuore. Date a Dio la prova che volete Lui, niente altro che Lui. Cercate Dio, perché fino a quando non saprete di essere una sola cosa con Lui, rimarrete legati a questo mondo di dualità e di sofferenza. Non è Dio a causare questa sofferenza all’umanità. Siamo parte viva di Lui, e finché non ce ne renderemo conto, non saremo mai felici. Soffriamo perché ci siamo separati da Lui. Ci sentiamo soli, ci sentiamo insicuri, tremiamo quando accade qualcosa alla forma mortale perché non scorgiamo il cerchio ininterrotto della nostra esistenza che è infinita. Ogni sofferenza deriva dal fatto che pensiamo a noi stessi come a una forma fisica.

Che si soffra per paura della povertà, della malattia o dell’ignoto, la causa è sempre la nostra ignoranza di Dio.

Quando si comincia a comprendere di essere un’anima immortale, si comprende anche che il fuoco non può bruciarla, l’acqua non può annegarla, né i proiettili distruggerla. Questo, in sostanza, è il vero significato dello yoga e della religione: aiutare l’uomo a riconoscere la sua natura immortale, eterna, indistruttibile. La verità è meravigliosa. Potete parlarne all’infinito e potete condensarla in poche, semplici parole: la verità è ciò che aiuta ed incoraggia ogni essere umano a ritornare a Dio.

Dio non ha favoriti. Ama ciascuno di noi come ama i Suoi santi più grandi. L’unica differenza tra gli uomini comuni e i santi è che i santi non hanno mai smesso di fare uno sforzo spirituale. Ogni volta che cadevano, si rialzavano dicendo: ” Non importa, continuerò a tentare. Sono deciso a trovare la verità, l’amore, la saggezza. Sono deciso a trovare Dio”.

Questa deve essere anche la vostra meta. “Non avrai altro Dio all’infuori di Me”. Mentre cercate Dio interiormente, rendete manifesta la ricerca di Dio servendolo ogni giorno della vostra vita in tutte le occasioni che si presentano.

Ricordate che Dio vi è tanto vicino quanto Glielo permettono i vostri pensieri. Egli è onnipresente. Se in questo preciso momento accettate il fatto che Dio è con voi, proprio dietro i vostri occhi chiusi, sentirete la Sua vicinanza. Meditate su questo e lo sperimenterete nella vostra vita.

Tratto da: Sri Daya Mata – SOLTANTO AMORE – Casa Editrice Astrolabio

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