Namastè

Mi inchino al luogo in te
in cui abita
l’intero universo.

Mi inchino e onoro il luogo in te
dove dimora l’amore
la verità
la luce
e la pace.

Quando Tu sei in quel luogo in Te,
ed io sono in quel luogo in me,
allora
siamo una cosa sola …



Namastè è un saluto originario di India e Nepal e viene usato comunemente in molte regioni dell’Asia. Può essere utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia.

Viene di solito accompagnato dal gesto di congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l’alto, e tenendole all’altezza del petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo. Nella cultura indiana, questo gesto è un mudra, un gesto simbolico utilizzato anche nello yoga.

La parola namastè letteralmente significa “mi inchino a te”, e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). Alla parola Namastè è implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te.

Namastè unito al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con:  unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te.

In sostanza, dunque,  il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi.